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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Eredità Faac. Lettera aperta ai dipendenti della società

Dopo il sequestro giudiziario del patrimonio del defunto Michelangelo, Mariangela Manini e Carlo Rimondi scrivono ai dipendenti Faac una lettera aperta: "Nessuno intende né può licenziare nessuno"

Aggiornamenti sul controverso caso Faac e sull'eredità miliardaria che ha scatenato una guerra legale con colpi di scena continui, in ultimo la "sorella segreta" e il sequestro dei beni: riportiamo qui in versione integrale la lettera che Mariangela Manini e Carlo Raimondi hanno indirizzato ai dipendenti dell'azienda.

Lettera Aperta alle Operaie e Operai Faac e a tutti i Dipendenti del Gruppo

Leggiamo con attenzione che da parte di qualcuno sembra emergere una preoccupazione per il “posto di lavoro” nella Faac, che potrebbe essere a rischio per effetto della controversia in merito alle proprietà che furono del nostro compianto congiunto Michelangelo Manini.
Premesso che non siamo stati noi ad accentuare i termini della “lite”, a meno che non si accetti il fatto che i diritti dei singoli debbano sottostare a quelli del più forte, o preteso tale, senza voler entrare nel merito della complessa vertenza giudiziaria che un giudice sicuramente risolverà con diritto e giustizia, noi in particolare teniamo a ribadire, a voce alta, che nessuno né intende né può licenziare nessuno e che alcuno pensa e può intervenire per ridimensionare o smembrare il gruppo.
Faac è stata per molto tempo un’ impresa familiare ed è nata grazie all’impegno e con il capitale della famiglia Manini-Rimondi. Bisognerebbe che anche questo diritto venisse salvaguardato, così come vogliamo siano tutelati i diritti di chi ci lavora e con competenza e dedizione ha contribuito alla crescita dell’impresa.
Il nostro legittimo intervento di tutela patrimoniale – che chiunque avrebbe sollevato – è sorto solo in ottemperanza alla solida consapevolezza che i documenti dei presunti testamenti sono stati ritenuti degni di approfondimento, non solo da noi familiari, eredi legittimi, anche se di grado e con riflessi diversi, ma da periti e ora anche da un giudice.
Il nostro intervento di cautela e di tutela, poi, è stato avanzato il giorno stesso in cui si è appreso della possibile vendita ai soci di minoranza, persone degnissime e competenti, e concretizzato quando si è avuto notizia che Faac pensava di acquisire una televisione privata… Quindi non siamo stati certo noi a pensare di incidere sui posti di lavoro dell’azienda.
Infine, occorre precisare, che noi alla Faac crediamo e non abbiamo intenzione di dismettere niente, sia per motivi patrimoniali sia affettivi. Forse altri che adesso hanno interesse ad agitare le acque facendo del terrorismo psicologico per avere facile benevolenza dalle maestranze, dovrebbero riflettere che un’azienda nasce e si sviluppa con amore del lavoro, competenza e dedizione come tutti gli operai ben sanno e non solo con le benedizioni o la carità cristiana, per quanto essa utile e meritoria. Il Prof. Bastia – persona di rara competenza e docente di Economia Aziendale - non è stato nominato da noi contro qualcuno, per ingessare aziende o mettere dei “pesci” in frigorifero, come le recenti cronache diffondono; alla guida di una nave, in tempesta o in crociera, meglio ci sia un capitano competente e non uno improvvisato.
Insomma, sicuramente meglio un economista piuttosto che un economo!
Vi facciamo comunque i nostri migliori auguri per il vostro lavoro e la Faac che è “nostra” come vostra.

Mariangela Manini, Carlo Rimondi
Bologna 10/10/2002

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