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Cronaca

"All'ippodromo ci sono corse domani": 69 anni fa la Liberazione di Bologna dai fascisti

Oggi si celebra la ricorrenza in diversi luoghi: questo steso giorno nel 1945 all'arrivo delle truppe alleate i partigiani avevano già preso possesso di Prefettura, Questura e Comune

Il 21 aprile del 1945, la Liberazione di Bologna e oggi si celebra il suo sessantanovesimo anniversario. Dal Centro Studi della Resistenza Italiana, il racconto di quello che accade a cura di Gastone Malaguti  "All'ippodrono ci sono le corse domani" era il messaggio che sarebbe stato trasmesso dalla BBC come segnale della contemporaneità dell'attacco diretto alla città da parte alleata e dell'azione partigiana. Le formazioni partigiane di città e dei comuni limitrofi dovevano operare per salvaguardare ed impedire la distruzione degli impianti civile e controllare i punti nevralgici di accesso alla città onde favorire la liberazione da parte delle truppe alleate".

Le prime unità alleate ad entrare in Bologna nelle prime ore del mattino di sabato 21 aprile 1945 furono il 2° Corpo Polacco dell'8° Armata Britannica, i reparti avanzati delle divisioni USA 91° e 34°, avanguardie dei gruppi di combattimento Legnano, Friuli, Folgore e parte della brigata partigiana Maiella, aggregata anche quella all'8° Armata.

All'arrivo delle truppe alleate i partigiani avevano già preso possesso della Prefettura, della Questura, del Comune, del Pirotecnico, del carcere, delle caserme e controllavano tutti i punti nevralgici della Città. Alla testa di un corteo che raggiungerà Piazza Maggiore, Onorato Malaguti - che poi sarà il primo segretario generale della camera del lavoro - salendo su un tavolino da caffè indirizzò ai partigiani e ai soldati alleati il primo caloroso saluto: "I nazifascisti sono stati cacciati e non ritorneranno mai più. Ma se Bologna è libera non è così per tutta l'Italia. La guerra deve continuare contro i tedeschi e i fascisti fino alla loro completa sconfitta".

Per gli occupanti e i loro servi fascisti non c'era più storia. Infatti lo sganciamento verso il Nord non fu raggiunto come da loro previsto e a sud del Po, tra Piacenza e il mare, furono distrutte 25 divisioni tedesche e catturati oltre 120.000 prigionieri servi fascisti GNR, brigate nere, volontari della morte, SS italiane, squadre autonome di vario tipo che, protetti dai nazisti avevano dominato la città col terrore, si sciolsero come neve ala sole, trasformandosi in una folla di disperati in fuga verso il Nord. Non un solo reparto fascista tento un minimo di resistenza armata per contrastare l'avanzata degli alleati in direzione della città.

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