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Cronaca

Linea Rossa del tram, come cambia il quartiere Porto-Saragozza

Parcheggi, piantumazioni del verde, cantieri e il contestato progetto sul canale di via Riva di Reno

Porto-Saragozza è uno dei quartieri che sarà più coinvolto dai lavori per la Linea Rossa del tram, la prima delle quattro tramvie che saranno realizzate a Bologna. La Linea Rossa del tram si snoda da Borgo Panigale al CAAB in zona Pilastro, con in mezzo un capolinea ‘alternativo’ che sorgerà in zona Fiera. 509 milioni l’investimento totale, di cui 340 solo per i lavori e i restanti per acquistare i mezzi. Una parte di questo investimento è derivato dal bando PNRR vinto: per questo, la cantierizzazione dovrà osservare tempistiche serrate

Il tram nel quartiere Porto-Saragozza

L’incontro al consiglio di quartiere aperto Porto-Saragozza segue agli altri incontri (qui quello al quartiere Navile e qui quello al quartiere Borgo-Reno) organizzati tra l’amministrazione e i cittadini. Come di consueto, oltre al consiglio di quartiere, il Comune di Bologna era rappresentato dalla consigliera alla Nuova mobilità e alle Infrastrutture Valentina Orioli, dall’assessora al Commercio Luisa Guidone e dall’ingegner Giancarlo Sgubbi.
La discussione tra consiglieri e cittadini, nonostante le poche regole dettate a inizio sessione dal presidente Lorenzo Cipriani, è stata più volte interrotta da risate di scherno, applausi ironici e fischi, oltre ad un continuo mormorio di fondo da parte di una platea in larga parte apertamente ostile al progetto. 

Progetto che, come detto, agirà profondamente sul quartiere: nove fermate tram, 15 chilometri di sottoservizi, una ciclostazione nei pressi dell’Ospedale Maggiore e stazioni di interscambio per automobili e di scambio con altri mezzi pubblici, oltre al discusso intervento sul canale di via Riva di Reno. Il progetto prevede infatti che una parte del canale Reno, quella che passa nell’omonima via, sarà scoperchiata. Le principali rimostranze riguardano i parcheggi: nel quartiere, infatti, il saldo sarà di -268 parcheggi, molti dei quali in zona Riva di Reno. “Mi chiedo che senso abbia per i residenti della zona aprire il canale in una zona residenziale e non turistica – dice una residente della zona –. Non diteci che dobbiamo mettere le macchine a Borgo Panigale, questa è un’offesa. Un posto auto nelle autorimesse costa 50mila euro. Ci sono interessi della cittadinanza, non siamo numeri”.
“I parcheggi scambiatori alle estremità – risponde l’assessora Orioli – serviranno ovviamente alle persone che arrivano da fuori e che lavorano in centro, non ai residenti. È il sistema di accessibilità alla città che cambia. In via Riva di Remo noi toglieremo tanti parcheggi ma non vi lasceremo senza parcheggio, ci potete contare: al vaglio ci sono diverse ipotesi”.
“L’impatto sulla sosta – dice il presidente di quartiere Cipriani – dovrà essere trattato con occhio di riguardo per i residenti: la perdita di sosta c’è, l’obiettivo però è quello di garantirla ai residenti, come l’utilizzo delle strisce bianche per i residenti o con l’utilizzo di parcheggi privati messi a disposizione dei residenti”.

“Dovete immaginare una situazione profondamente diversa della zona – continua l’assessora Orioli –. Quello che dicevo all’inizio è che la centrale idroelettrica, il Museo del basket e quello delle acque, il canale e il verde sono tutte cose volte a modificare la percezione e la fruizione dell’area. Quando si inserisce il tram in una città si fa parallelamente una grande opera di riqualificazione della città, nella prospettiva di creare nuove centralità. Ad esempio in via San Felice e in via Riva di Reno, come il Museo del basket o il recupero di Palazzo Morandi”.

Le nuove disposizioni sono ovviamente in adesione con agli obiettivi del PUMS (Piano Urbano di Mobilità Sostenibile): “Siamo in una fase vicina alla cantierizzazione – osserva l’assessora Orioli –. Abbiamo deciso di costruire il tram in seguito all’approvazione del PUMS nel 2019, il tutto in favore del trasporto pubblico e della ciclabilità. Il tram è un mezzo accessibile, aumenta la capacità di trasporto di persone e riduce i tempi rispetto agli autobus”.

Viabilità e verde

A tenere banco c’è poi la questione legata al verde: in quartiere saranno piantati 149 alberi, con un saldo positivo di 57 nuove piantumazioni. Inoltre, come ci tiene a sottolineare il consigliere Federico Grazzini, la zona ne guadagnerà “in termini di temperatura. È logico: un tratto di acqua abbassa di più la temperatura che una fila di macchine parcheggiate”.

Infine, c’è la preoccupazione per la viabilità: l’incrocio tra viale Masini e il ponte Matteotti e la zona di porta San Felice (quest’ultima smetterà di essere usata come una rotatoria, ma vi si passerà solamente all’esterno) sono i punti che creano maggior preoccupazione tra i residenti, soprattutto per il traffico che, secondo i presenti, verrà a crearsi sui viali. “L’idea è quella di una nuova accessibilità alla città da chi abita fuori” ripete nuovamente l’assessora Orioli, sottolineando come il traffico sarà minore una volta che gli abitanti dell’hinterland utilizzeranno il tram per muoversi in città. “Inoltre – dice l’ingegner Sgubbi – il tram non si aggiungerà semplicemente al traffico ma sostituirà in gran parte gli autobus delle zone interessate”.

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