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Cronaca Zona Universitaria / Via Giuseppe Petroni

Locali, i 'No coprifuoco': via stretta su orari, così pronti 50 nuovi posti di lavoro

Se l'associazione "via Petroni" si batte per la chiusura anticipata dei locali e l'eliminazione dei dehors 'catalizzatori di caos in strada', dall'altra parte alcuni esercenti si sono organizzati per rivendicare il proprio diritto alla liberta di impresa

A Bologna sbarcano i "no-coprifuoco". Se ne sono accorti ieri proprio i residenti di via Petroni e dintorni tornati in Comune per chiedere di fermare i permessi concessi ai nuovi dehors, giudicati irregolari. Ma a Palazzo D'Accursio, a fare ''anticamera'' in attesa di essere ricevuti, c'erano anche gli esponenti di un neonato comitato di difesa dei gazebo e dei commercianti del centro. Che dice di aver pronti 50 nuovi posti di lavoro se il Comune ritira l'ormai famosa ordinanza sugli orari.

Si chiama Articolo 41, si ispira all'omonimo articolo della Costituzione (quello sulla libertà d'impresa) e ha atteso, inutilmente, per due ore di essere ricevuto dall'assessore. Dopo la protesta di qualche settimana fa in Consiglio comunale, i residenti di via Petroni sono ritornati a Palazzo per essere ricevuti dall'assessore al Commercio Matteo Lepore. Alla fine ci sono riusciti: Giuseppe Sisti e ''soci'' hanno strappato la promessa che l'amministrazione farà le verifiche sui dehors, e aggiornerà i residenti tra circa una settimana. Ma oggi in Comune Articolo 41 ha chiesto l'esatto contrario e ottenuto udienza per il 3 giugno.

A guidare la nuova compagine è Paolo Landi, imprenditore che ora si occupa del ristorante Magnifico, in via Indipendenza e che chiede un aiuto per i negozi, ormai allo "stremo per le ordinanze ingiuste, come quella ''comprifuoco'' che obbliga gli esercizi commerciali di via Petroni a chiudere prima di quelli che sono a pochi metri, in altre strade". Landi, che dice di rappresentare 300 negozianti, critica anche le associazioni di categoria "che non si occupano delle emergenze e dei nostri problemi" e assicura che, se si ritirasse immediatamente l'ordinanza, una ventina di attività commerciali di via Petroni assumerebbero 50 persone.

La chiusura anticipata degli esercizi, attacca Landi, "è fallita e bisogna prenderne coscienza", quella strada "è ghettizzata" e intanto c'è chi, come il comitato Via Petroni "protesta ingiustamente contro i dehors". A questo roguardo, Landi ha scritto a Lepore, chiedendo un incontro per discutere insieme delle possibilità di sviluppo del commercio e dei dehors, "ma ci ha fatto sapere che non gli interessa". Da qui la decisione di recarsi in Comune, lo stesso giorno del comitato per tentare di vedere, insieme, l'amministrazione. Sisti, però, aggiunge Landi, "non ne ha voluto sapere", ma perlomeno, dopo due ore di attesa, l'articolo 41 ha ottenuto il suo appuntamento.

(AGENZIA Dire)

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