Caso Lombardelli, capo di Gabinetto assunto senza titoli: sindaco e Giunta condannati
Così ha sentenziato la Corte dei Conti. Danno erariale ridimensionato a 30mila euro. Sindaco impugna condanna: 'confidiamo che gli ulteriori approfondimenti in sede di appello consentiranno di chiarire pienamente la questione'
Virginio Merola, la sua giunta e due dirigenti sono ''colpevoli'' per l'assunzione come capo di gabinetto di Marco Lombardelli, anche se questi non aveva i titoli di studio necessari. Così ha deciso la Corte dei conti che pero' ha ridimensionato il danno erariale provocato in 30 mila euro, mentre la Procura della magistratura contabile contestava la cifra di 45 mila euro.
La maggior parte del danno, il 60%, è riconosciuto al sindaco di Bologna, perchè il suo "apporto causale" viene definito "particolarmente incisivo". Il 10% deve invece essere diviso in parti uguali tra gli assessori, un altro 10% è imputato al dirigente Giancarlo Angeli e il restante 20% alla dirigente Anna Rita Iannucci.
LA GIUNTA IMPUGNA CONDANNA. "La Corte dei conti ha riconosciuto che il Sindaco Merola poteva designare Marco Lombardelli Capo di Gabinetto, anche se sprovvisto di uno specifico titolo di studio. Con decisione depositata il 18 novembre, la Sezione giurisdizionale Emilia Romagna smentisce un punto essenziale della tesi accusatoria della Procura regionale." Così una nota dell'amministrazione comunale precisa, facendo notare come "nella sentenza si legge: "si ritiene che il Sindaco possa esercitare la scelta degli organi di staff con estrema libertà per quanto attiene all’identificazione dei soggetti prescelti che, ovviamente, devono in primo luogo avere la fiducia dell’organo di vertice ma sui quali non sussiste alcun requisito ostativo in merito all’iter formativo dei selezionati". Ed ancora: " la procedura per la nomina del responsabile del Gabinetto del Sindaco deve avvenire secondo quanto disciplina l’art. 90 e non l’art. 110 Tuel, proprio per la fiduciarietà insita nell’incarico e che quindi non sia affatto necessario che il prescelto abbia uno specifico titolo di studio".
La Corte tuttavia non ritiene " convincente l’iter formale seguito per l’inquadramento e per il riconoscimento economico al Capo di Gabinetto. Per tale ragione quantifica un complessivo danno erariale di 30.000 euro rivalutazione monetaria compresa (ripartito tra Sindaco, componenti della Giunta e due funzionari che hanno dato il parere di
regolarità), cifra ridimensionata rispetto ai 45.000 euro, più rivalutazione monetaria, contestati dalla Procura regionale".
Il Sindaco e la Giunta - fanno infine sapere che - "confidano che gli ulteriori approfondimenti in sede di appello consentiranno di chiarire pienamente anche tale ultima questione.