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Cronaca

Lotta allo spreco alimentare, la Regione in prima linea: le regole per recupero e donazione

Regole chiare nel rispetto dei requisiti di sicurezza igienico-sanitaria e dell’ambiente, con un ruolo specifico anche delle Ausl. La mappa degli empori Solidali in città e nella regione

Sono state approvate dalla Giunta regionale in questi giorni le "Linee guida per il recupero, la distribuzione e l'utilizzo di prodotti alimentari per fini di solidarietà sociale" con l'obiettivo di "supportare i soggetti coinvolti nello svolgimento dell’attività di recupero e ridistribuzione delle eccedenze alimentari". 

Quindi regole chiare contro lo spreco alimentare nel rispetto dei requisiti di sicurezza igienico-sanitaria e dell’ambiente, con un ruolo specifico anche delle Ausl. 

Nell'ambito del recupero di beni alimentari a favore delle persone in difficoltà la Regione si avvale di una legge dedicata al recupero e distribuzione di prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale (n. 12/2007) attraverso cui in questi anni "ha potuto erogare contributi ed emanare bandi rivolti al Terzo settore. Il bando da 700 mila euro, da poco concluso, ha consentito di finanziare 25 progetti su tutto il territorio regionale". 

"Ogni anno nel mondo vengono sprecate in media 1,3 miliardi di tonnellate di cibo ancora perfettamente commestibile: un dato tanto allarmante quanto vergognoso - ha scritto sui social lì'assessore regionale alla salute, Raffaele Donini - Come Regione vogliamo dare una mano a fermare una simile deriva, e per questo in Giunta abbiamo approvato le 'Linee guida per il recupero, la distribuzione e l'utilizzo di prodotti alimentari per fini di solidarietà sociale', un documento che punta a supportare i soggetti coinvolti nello svolgimento dell’attività di recupero e ridistribuzione delle eccedenze alimentari, attraverso la definizione di regole omogenee e chiare. Ancora una volta si tratta di fare squadra, questa volta per ridurre lo spreco di cibo e, così, alimentare il futuro nostro e dei nostri figli". 

I donatori 

Sono imprese del settore alimentare registrate e/o riconosciute a norma del Regolamento europeo che devono garantire che il prodotto ceduto gratuitamente sia perfettamente edibile e non costituisca un rischio per il consumatore, oltre che tracciabile, specifica la Regione. In particolare, il donatore è tenuto a indicare l’elenco dei prodotti donabili; la modalità di verifica della qualità igienico- sanitaria; l’identificazione del prodotto in fase di stoccaggio; lo spazio utilizzato per conservarli; la modalità di conservazione; la frequenza e la modalità di ritiro da parte del donatore e deve anche fornire la documentazione comprovante la cessione alle organizzazioni benefiche riceventi.

I riceventi

I riceventi sono le organizzazioni che partecipano alla ridistribuzione delle eccedenze alimentari e che possono essere classificate come organizzazioni di "front line" o di "back line".

Le organizzazioni di "back line" e "front line"

Recuperano il cibo  dalle imprese donatrici per trasportarlo, stoccarlo e ridistribuirlo a una rete di organizzazioni di beneficenza affiliate e qualificate, comprese associazioni caritative, ristoranti sociali o imprese sociali. Le organizzazioni di "front line" ricevono le donazioni dalle organizzazioni di «back line» e/o direttamente dai donatori e forniscono il cibo ai loro beneficiari sotto diverse forme (pacchi di viveri, mense dei poveri, pasti serviti in ristoranti/bar sociali).

Sicurezza alimentare: il ruolo delle Ausl

I Servizi di igiene Alimenti e Nutrizione e dei Servizi Veterinari delle Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna eseguono le verifiche previste dalla normativa presso gli operatori del settore alimentare, compresi quelli che ridistribuiscono alimenti per fini di donazione alimentare. Oltre alle attività di controllo ufficiale, che è declinata nel Piano Regionale Integrato, fanno riferimento anche al Piano Regionale della Prevenzione, che prevede diverse azioni di supporto e promozione nei confronti dei donatori e delle organizzazioni benefiche donatarie.

In particolare, offrono supporto tecnico-scientifico; promuovono gratuitamente attività formative e di aggiornamento al personale volontario addetto all’utilizzo, somministrazione e distribuzione degli alimenti donati; collaborano con le associazioni dei consumatori, per una corretta informazione di contrasto allo spreco in ambito locale e per la realizzazione di iniziative rivolte al consumatore sul giusto utilizzo degli alimenti.

Possono essere donati

Alimenti preimballati che recano indicazione della data di conservabilità; alimenti preimballati che non necessitano di tale data; alimenti non confezionati, che possono dovere essere confezionati o imballati poco prima della donazione (frutta e verdura fresca, carne fresca, pesce fresco, prodotti da forno, eccedenze alimentari provenienti da servizi di ristorazione collettiva e pubblica).

Non possono essere donati

Non possono essere donati prodotti con la data di scadenza (da consumarsi entro il …) superata, mentre possono essere utilizzati prodotti con termine minimo di conservazione (da consumarsi preferibilmente entro il …) superato, quindi no a alimenti con data di scadenza superata, alimenti con temperature non conformi al momento del recupero, preparazioni a base di pesce crudo; preparazioni o piatti pronti a base di tonno, alimenti con farcitura a base di crema; salse a base di uova non pastorizzate, alimenti con confezioni non integre o alterate che causino un contatto con l'ambiente esterno, tali da comprometterne la sicurezza e alimenti con segni evidenti di alterazione (colori e\o odori sgradevoli).

Gli empori solidali 

In Emilia-Romagna ad oggi sono 24, presenti in tutte le province della regione. Di questi, 16 hanno costituito l’associazione di volontariato Empori Solidali Emilia-Romagna. Forniscono generi di prima necessità alle famiglie indigenti. Solitamente viene utilizzata, al posto del denaro, una tessera ricaricabile. 

In Emilia-Romagna si avvalgono delle donazioni da parte di aziende produttrici, della grande distribuzione organizzata e di piccoli esercizi locali, oltre a beni alimentari appositamente prodotti attraverso il Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead) e distribuiti dalla Fondazione Banco alimentare (la Onlus che si occupa del recupero di eccedenze alimentari e le redistribuisce alle strutture caritative).

(Foto: Un Emporio Solidale in Emilia-Romagna)

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