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Cronaca

Mafie, scacco alla ‘Ndrangheta: sequestrate società e beni per oltre 20 milioni

Sequestro preventivo per sei società e beni e 6 arresti. Così l'ennesimo affondo contro le propaggini della rete 'ndranghetista in Emilia, Calabria e Veneto

Sequestro preventivo per sei società e beni (per oltre 20 milioni di euro) e 6 arresti. Così l'ennesimo affondo contro le propaggini della rete 'ndranghetista in Emilia, Calabria e Veneto (GUARDA IL VIDEO).

Decine di carabinieri del comando provinciale di Modena e di finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Cremona stanno infatti eseguendo una ordinanza di custodia cautelare ed un decreto di sequestro preventivo - emessi dal Gip del tribunale di Bologna su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia – nei confronti di 6 indagati e di altrettante società di capitali. 

I provvedimenti scaturiscono da un’articolata attività investigativa, coordinata dalla DDA di Bologna, sviluppata in prosecuzione dell’indagine “Aemilia che aveva consentito di individuare e disarticolare una consorteria della associazione di stampo mafioso denominata ‘Ndrangheta operante in via autonoma in Emilia, evidenziandone - tra l’altro – il carattere della imprenditorialità e la capacità d’infiltrazione in vari settori dell’economia locale (come è noto, infatti, il 28 gennaio dello scorso anno l’operazione aveva portato all’arresto di 117 persone su 224 indagati, quindi a luglio ed a settembre 2015 ulteriori ordinanze cautelari avevano portato ad altri arresti e sequestri di un patrimonio societario ed immobiliare per svariate decine di milioni di euro).  Il valore complessivo dei beni e delle società sequestrate nell’ambito dell’indagine Aemilia ammonta ad oggi a quasi 500 milioni di euro. 

Il più grande processo sulle Mafie al Nord ha inizio

In particolare l’operazione odierna segue - spiegano i militari - "i recenti approfondimenti investigativi nei confronti di noti imprenditori di origine calabrese G.G. e dei fratelli P.V. e G. V., già arrestati nel corso delle precedenti tranche della indagine ed attualmente imputati nel processo “Aemilia” quali esponenti del sodalizio ‘ndranghetistico emiliano".

Le indagini avrebbero consentito di accertare che gli indagati, "sino alla primavera del 2015, hanno eluso le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione per salvaguardare i patrimoni di provenienza illecita di cui gli stessi sono titolari occulti, rendendosi responsabili del trasferimento fraudolento di beni mobili ed immobili, mezzi e quote societarie intestandole fittiziamente a prestanome, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l’attività della associazione di stampo mafioso di appartenenza". In tale contesto è emerso anche il ruolo di compiacenti professionisti, tra i quali un commercialista crotonese, già arrestato nel gennaio 2015 ed oggi nuovamente destinatario di provvedimento cautelare. 
Tra i beni sequestrati, oltre che ad alcune società aventi sede nelle Province di Crotone, Parma, Vicenza e Verona, figura un agriturismo del crotonese, del valore di diversi milioni di euro, il cui gestore è stato sottoposto nella giornata odierna alla misura degli arresti domiciliari. 

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