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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Consumo di suolo

La Regione Emilia-Romagna si difende: “Sul consumo di suolo notizie false, la legge funziona”

L’assessora alla Programmazione territoriale Barbara Lori risponde agli attacchi sul consumo di suolo: “Si è chiusa una stagione”

L’Emilia-Romagna è ancora impegnata nel leccarsi le ferite dopo la terribile ondata di maltempo che l’ha piegata in due ma già da diverse fonti si punta il dito contro le politiche della Regione che, secondo alcuni, avrebbe prestato il fianco a questo tipo di disastri idrogeologici. Una di queste fonti è tra le più autorevoli, e cioè un rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che vede l'Emilia-Romagna "prima per cemento nelle zone alluvionali". Un ulteriore affondo è arrivato da Legambiente, che ha parlato di una legge regionale "svuotata a suon di deroghe", e un altro è arrivato dal collettivo Wu Ming, che in un articolo sul proprio blog ha ripercorso la storia del consumo di suolo nel territorio emiliano-romagnolo. Lo stesso ha fatto la rivista specializzata Altreconomia che, in un articolo a firma del docente di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano Paolo Pileri, ha indicato tutte quelle che, secondo l’insegnante, sono le criticità della legge regionale del 2017 sul consumo di suolo.

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La risposta della Regione

“Nonostante da parte di alcune fonti si sostengano tesi diverse, i numeri certificano che la legge funziona, e che sta raggiungendo gli obiettivi per i quali era stata pensata – spiega l’assessora regionale alla Programmazione territoriale e urbanistica Barbara Lori –. Un impegno forte da parte della Regione, insieme a Comuni e Province, per contrastare l’espansione urbanistica incontrollata, ridurre i nuovi insediamenti e promuovere la rigenerazione urbana. Un radicale cambiamento di prospettiva, per una legge grazie alla quale si è introdotta una robusta tagliola all’utilizzo del suolo non ancora urbanizzato”. Nella nota diffusa dalla Regione, si scrive come la legge regionale abbia già impedito nuovi insediamenti per oltre 11mila ettari, con una “possibilità concreta di ‘salvare’ l’85% del territorio inserito nella precedente programmazione”.

Cosa prevede la legge

Nella stessa nota, la Regione ricorda i pilastri su cui si basa la legge regionale 24/ 2017 “Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio”: tetto del 3% di suolo consumabile da qui ai prossimi anni che ha tagliato del 70% gli ettari di territorio potenzialmente trasformabili, contenimento del consumo di suolo e promozione della rigenerazione urbana. La Regione, inoltre, sottolinea di aver “raccolto la risposta di 171 comuni che hanno dichiarato di avere eliminato previsioni di nuovi insediamenti urbanistici per 11.329 ettari. Se questo valore sarà confermato dai restanti Comuni, l’approvazione della legge avrà determinato la fine della possibilità di impermeabilizzare nuovo suolo per 21.863 ettari: l’85% dei 25.755 ettari di territorio consumabile avuti in ‘eredità’ dalla preesistente pianificazione urbanistica”. Infine, la Regione sottolinea come il monitoraggio di tutti i comuni emiliano-romagnoli avvenga su base semestrale e che dal 1° gennaio 2018, giorno in cui è entrata in vigore la legge, il consumo di suolo è sato di circa 1.060 ettari, e cioè il 4% dei 25.755 ettari di suolo potenzialmente consumabili.

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