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Cronaca Imola

Maltempo, disastri ad Imola: esonda il Santerno, crolli, allagamenti e frazione isolate

Distrutto un ponte "troppo basso", abitazioni isolate e disagi vari nell'imolese, dopo le ultime precipitazioni. Europaviva: "Bacino fluviale interessato per anni dai lavori dell'Alta Velocità, non è tutta colpa della pioggia". FI: 'Serve adeguata gestione del problema'

Allagamenti, crolli di alberi e ponti, abitazioni rimaste isolate, esondato il Santerno. Vari sono stati i disagi registrati nel territorio imolese dopo le ultime piogge.  Colpa del maltempo, ma non solo. Almeno c'è chi - a caldo - vede nei disastri registrati una malagestio.

DISASTRO. Un fiume in piena come visto raramente. Case e terreni allagati. Persone in ansia che scrutano il cielo. Apprestamenti estivi per la balneazione fluviale trascinati dalla corrente. Un ponte troppo basso sul livello della corrente con i parapetti divelti o piegati e tronchi che premono contro le rive e gli ostacoli che si frappongono al deflusso. Frazioni isolate. Ripresa del movimento verso valle di frane storiche. Protezione civile con elicottero e mezzi idonei che prestano soccorso a chi guardando verso valle vede l'acqua limacciosa e verso monte soltanto un costone ripido e impercorribile. E' lo scenario che si è presentato di prima mattina lungo il Fiume Santerno, nella collina imolese in conseguenza della precipitazione che ha colpito la provincia di Firenze e anche nel versante romagnolo che porta acqua al Mare Adriatico.
Così l'osservatorio Europaviva 21, che si chiede "La speranza è che le precipitazioni successive non creiino altri problemi. Che fare?". "Si può ripetere che la colpa è della pioggia – affonda Luigi Rambelli, portavoce di Europaviva21 - ma qualche altra colpa va assegnata alle costruzioni a ridosso del corso d'acqua, alla devastazione dei versanti che ha reso impermeabile il terreno e alla manomissione degli affluenti che hanno velocizzazzato il deflusso delle acque. E' necessario chiedersi quanto si sia provveduto alla conservazione e manutenzione del territorio e alla restituzione ai fiumi dello spazio troppo spesso cementificato e imbrigliato. Non va dimenticato che questa è l'area che negli ultimi 20 anni ha conosciuto anche i lavori dell'alta velocità ferrroviaria, e i procedimenti giudiziari che li hanno accompagnati. Ma come si sa c'è più attenzione a costruire opere molto spesso inutili e devastanti che a conservare e tutelare quelle utili”.

Pioggia, sott'acqua il territorio imolese

PIENE SANTERNO NON ECCEZIONALI... SERVE ADEGUATA GESTIONE. Polemiche a monte dei nuovi disagi registrati nelle ultime ore nell'imolese  anche da parte di Fi. "Le "eccezionali" piene del Santerno che ormai non sono più tanto eccezionali ma si ripropongono con troppa e preoccupante frequenza, devono aprire una riflessione sulla cura e manutenzione dei nostri argini." Così il capogruppo FI Imola, Simone Carapia, che sottolinea: "Necessaria la redazione di un piano quinquennale di difesa idraulica per la programmazione e gestione delle emergenze. Viviamo su un territorio bagnato dal fiume Santerno con numerosissimi rii che ugualmente vanno tenuti monitorati e sotto controllo. Qui siamo ancora a parlare di rimuovere le erbacce, i tronchi e le sterpaglie e di come fare un'adeguata pulizia degli argini che dovrebbe essere costante e sistematica".
Per Fi occorre dunque "che si intervenga una seria programmazione rispetto a un problema che non possiamo più fare finta che non esista solo perché i danni in qualche modo sono sempre contenuti. Ed è ora che intervenga davvero quella logica di area vasta per correre in aiuto anche ai piccoli Comuni come quelli di Vallata, quelli sempre più interessati dalle piene e che si trovano a fronteggiare grossi problemi ma con risorse minime".

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