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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Marco Biagi veniva ucciso 11 anni fa: oggi la commemorazione sul luogo dove cadde

Rientrava a casa dal suo lavoro all'Università di Modena in bicicletta e poco dopo le 20 del 19 marzo 2002 venne freddato di fronte alla sua abitazione. Oggi il ricordo a Bologna

Poco dopo le 20 del 19 marzo del 2002, sei colpi in rapida successione freddarono giuslavorista Marco Biagi di fronte alla sua abitazione, al civico 14 di Via Valdonica. Muore all’arrivo del 118 e nella notte, le Nuove Brigate Rosse rivendicano l’omicidio: fra gli ispiratori della Legge 30 di riforma del mercato del lavoro, oggi nota come “Riforma Biagi” appunto.

Marco Biagi undici anni dopo è un ricordo che non sbiadisce: "Bologna non lo dimentica. Ricordare significa tenere nel cuore e noi teniamo molto nel nostro cuore il ricordo del sacrificio di Marco", l'omaggio al giuslavorista ucciso dalle Brigate Rosse a Bologna nel 2002 del sindaco Virginio Merola, a margine della consueta cerimonia in piazzetta Biagi, a pochi metri dalla casa della famiglia e dell'omicidio, che ha aperto la giornata in sua memoria. Il primo cittadino, insieme ai vertici istituzionali del territorio, ha deposto una corona in ricordo di Biagi, così come poco prima avevano fatto i segretari locali di Cgil, Cisl e Uil. Ricordare, ha spiegato Merola, "significa anche esercitare la memoria e assumere degli impegni precisi e noi continuiamo a ritenerci impegnati a portare avanti quelle riforme che Marco proponeva e che sono sempre più attuali per i nostri giovani e per il mercato del lavoro". Alla cerimonia erano presenti i vertici istituzionali di Comune, Provincia e Regione, l'ex sindaco Giorgio Guazzaloca e i parenti stretti di Marco Biagi: il figlio Lorenzo, la moglie Marina e la sorella Francesca, oltre ad amici e colleghi.

Oggi, nell'undicesimo anniversario dell'uccisione, alle 15,30 il sindaco di Virginio Merola ha deposto una corona nella piazzetta a lui intitolata. Alla cerimonia, anche la presidente del consiglio comunale Simona Lembi, accompagnata dal Gonfalone civico. A seguire alle 16.30, nell'aula di Palazzo d'Accursio, si terra' una seduta straordinaria del consiglio comunale, in ricordo del giuslavorista.

"Uno dei tratti che ha contraddistinto l’attività di ricerca del professor Marco Biagi e' stata la sua curiosità e la sua apertura alle novità. Prima di altri, nei suoi scritti fin dagli anni 2000, aveva profeticamente compreso che l'organizzazione del mercato del lavoro in Italia aveva una connotazione profondamente non inclusiva, che rischiava di emarginare i laureati e i giovani". E' quanto ha affermato il rettore dell’Università di Modena, Aldo Tomasi, ricordando l'opera accademica.

"Marco Biagi è uno dei nostri eroi a cui noi tutti dobbiamo gratitudine e commozione". L'ha detto il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri.  

IL PROCESSO E LE POLEMICHE. L'eccidio porta con sè lunghe polemiche sulla revoca della scorta a Biagi da parte dell'allora Ministro dell''Interno, nonostante il professore avesse ricevuto minacce. Il 1º giugno del 2005 la Corte d’Assise di Bologna condanna a cinque ergastoli i componenti del commando: Diana Blefari Melazzi, Simone Boccaccini, Nadia Desdemona Lioce, Marco Mezzasalma e Roberto Morandi. Il 6 dicembre dell’anno successivo, la Corte d’appello conferma quella sentenza per quattro di loro, riducendo a 21 anni di reclusione la pena per Simone Boccaccini, a cui vengono riconosciute le attenuanti generiche. L’8 dicembre del 2007, infine, nell’ultimo e definitivo grado di giudizio, la quinta sezione penale della Corte di Cassazione conferma il precedente verdetto, tranne che per Nadia Desdemona Lioce, che non aveva presentato ricorso.

 

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