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Cronaca Navile / Via Giuseppe Garibaldi

Scorta a Marco Biagi, l'ex segretario di Scajola: 'Lo informai, ma fu un cortocircuito'

Qualcosa si è inceppato secondo Luciano Zocchi "Scajola ha compiuto i passi che doveva compiere", ma vi fu una "filiera di responsabilità"

E' stato sentito in procura a Bologna ieri Luciano Zocchi, ex segretario dell'allora ministro dell'Interno Claudio Scajola sulla scorta a Marco Biagi, freddato dalla nuove Brigate Rosse sotto casa in via Valdonica, il 19 marzo 2002.

E' stato aperto un nuovo fascicolo per far luce sull'omicidio e capire se vi furono comportamenti omissivi da parte dei funzionari di Stato nella revoca della scorta.

Qualcosa si è inceppato "Si è creato un cortocircuito", ha detto Zocchi anche se "Scajola ha compiuto tutti i passi che doveva" quindi vi fu una filiera di responsabilità".

In casa dell'ex segretario sono stati trovati alcuni appunti su carta intestata del Viminale in cui si fa riferimento alla richiesta dell'ex ministro al welfare Maurizio Sacconi di aumentare la scorta al giurislavorista: "Ho tenuto quelle carte a mia tutela perché ci sono state delle interviste e dichiarazioni che mi hanno un po' preoccupato".

A Zocchi fu chiesto di non rivelare le richieste di scorta a Biagi? "Non ho mai avuto minacce", ha risposto, quegli appunti dunque sarebbero stati fotocopiati e inseriti nell'archivio della segreteria. Qulche disaccordo con l'ex ministro dell'interno poichè "in Senato disse 'nessuno mi ha avvisato' - ma per Zocchi - questo non può contraddire che lui abbia fatto qualche passo. Che poi non abbia prodotto l'esito desiderato". Ieri in procura anche Giuseppe Procaccini, allora vice capo di gabinetto del Viminale.

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