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Cronaca

Addio a Marta Murotti: ex sindaca di Zola, una vita spesa per le donne e gli emigrati

Impegnata nelle organizzazioni femminili e nel sociale, nella Federazione del PCI, è stata anche sindaca di Zola e consigliera comunale a Bologna

Addio a Marta Murotti, sindaca di Zola Predosa dal 1965 al 1975, negli anni in cui difficilmente le donne riuscivano a ricoprire cariche politiche di rilievo. 

Aveva 86 anni e ha speso gran parte della sua vita politica nelle organizzazioni femminili e nel  sociale. Impegnata nella Federazione del PCI, è stata anche consigliera comunale a Bologna e ha fatto parte della Giunta della Regione Emilia-Romagna.

"La sua presenza discreta e costante non si è esaurita dopo la lunga vicenda nelle istituzioni". Lo ha scritto in una nota l'onorevole PD Andrea De Maria "ero Sindaco a Marzabotto quando Marta, allora Presidente della Filef (Federazione italiana dei lavoratori emigrati e famiglie) portava avanti, in molte occasioni con la nostra comunità, le sue iniziative per gli emigrati italiani e la loro storia così importante per l'Italia e per il territorio bolognese, e poi -fra le prime- per gli immigrati nel nostro paese" e conclude "negli anni più recenti aveva dedicato tempo e passione a raccontare, scrivendo, episodi della storia della Sinistra a Bologna che aveva vissuto. Mi unisco ad dolore e alla commozione dei suoi cari e dei tanti che l'hanno conosciuta". 

Nel 2004 il Consiglio provinciale, le aveva confetrito il "Premio Provincia di Bologna 2004" per il suo impegno "a favore della pari dignità delle donne, della parità di salari e retribuzioni, per l'accesso a tutte le carriere, la tutela della maternità, lo sviluppo di servizi per l'infanzia". 
Secondo la motivazione ufficiale, «Nell'anno in cui ricorre il 60° Anniversario del Decreto luogotenenziale che sancì il voto alle donne nel nostro Paese, la Provincia di Bologna intende premiare l'impegno pubblico delle donne alla costruzione attiva della vita politica, sociale ed economica del nostro territorio.» Il suo lavoro rappresenta «efficacemente il contributo dato da tutte le donne elette ai vari gradi nella provincia bolognese dal 1946 ad oggi» e il riconoscimento ufficiale alla sua vita costituisce l'opportuna sottolineatura dell'importanza dell'apporto femminile «alla vita politica italiana nella direzione di una espressione più completa della pratica democratica.» 

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