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Cronaca

Un anno e 4 mesi all'agente che colpì Martina davanti a Bankitalia: gioia dei manifestanti

Il 12 ottobre 2011 alcuni manifestanti si scontrarono con la Mobile davanti alla sede di Bankitalia. Colpita da una manganellata, perse quattro denti, Martina Fabbri: "Giustizia è arrivata, si aperta una crepa"

"Lesioni gravi volontarie” si leggeva nel fascicolo aperto dalla Procura nei confronti di un agente della mobile di Bologna, reo di aver colpito con il manganello in volto, e sulla schiena, la studentessa ventiduenne appartenente a un collettivo cittadino.

Oggi, il Gup di Bologna Letizio Magliaro ha condannato a un anno e quattro mesi Pasquale Bonofiglio, accusato di lesioni gravi per aver colpito Martina Fabbri, giovane manifestante di un collettivo, che perse quattro denti. L'episodio risale al 12 ottobre 2011, durante alcuni scontri, davanti alla sede bolognese di Bankitalia. Il Pm Morena Plazzi aveva chiesto tre anni senza le attenuanti generiche e senza sospensione della pena; entrambe le cose sono state riconosciute dal giudice. Una cinquantina di manifestanti, che aveva 'invaso' il cortile del palazzo del Tribunale, hanno esultato. Musica e uno striscione: "Il sorriso della liberta contro la violenza e l'omertà del VII Reparto".

LA REAZIONE DI MARTINA. "La giustizia è arrivata anche da queste aule. Io sono felice, perché vuol dire che si è aperto un dibattito, una crepa". Martina Fabbri, 24 anni, esulta per la condanna ad un anno e quattro mesi. Alla giovane, appartenente ad un collettivo universitario, il giudice Letizio Magliaro ha anche riconosciuto una provvisionale di 20mila euro. "Noi non ci fermeremo qui, non sarà la sentenza che metterà fine alle nostre richieste e al nostro dissenso sulla polizia italiana. E oggi è il giorno di festeggiare perché un piccolo passo è stato fatto", ha detto fermandosi dopo l'udienza nel cortile del tribunale. Soddisfazione arriva anche dall'avvocato della parte civile, Simone Sabattini. "Il processo - ha detto - è appena cominciato e probabilmente ci sarà un appello. E' molto importante che il lavoro della Procura e del nostro consulente tecnico siano stati premiati".

LA DIFESA DELL'AGENTE. E' una sentenza che non tiene presente il malessere del poliziotto" e che in appello "sono certo che sarà stravolta completamente". Cosi l'avvocato Savino Lupo, difensore dell'agente "avevamo dimostrato l'assoluta estraneità del ragazzo. In più, sia parte civile che il pubblico ministero hanno detto che si trattava di un processo indiziario, fatto per esclusione". Il legale si riferisce all'identificazione dell'agente, arrivata attraverso delle fotografie. E al fatto che in un primo momento era stato indagato un altro poliziotto. "Quelle foto viste in progressione - sostiene Lupo - sono la dimostrazione lampante della estraneità".

L’IDENTIFICAZIONE. Mentre la Digos di Bologna stava tentando di identificare l’autore del gesto, il sostituto procuratore Valter Giovannini, si era rviolto direttamente al poliziotto invitandolo a dare la sua versione dei fatti.

LESIONI PERMANENTI. Quattro denti rotti, il labbro spaccato (e un colpo sulla schiena) equivalgono a una “lesione permanente che comporta l’indebolimento della masticazione” e da qui l’scrizione nel registro,  senza attendere la querela già preannunciata dalla ragazza.

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