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Cronaca

Coronavirus, a caccia di aziende per mascherine. Merola: "Un territorio che fa squadra"

Sul tavolo dei colloqui c'è anche un marchio di spicco come La Perla

Il Comune di Bologna, insieme ai sindacati, va a caccia di aziende del territorio che producono (o possono attrezzarsi per farlo) dispositivi di protezione e sicurezza utili per difendersi dal coronavirus: dalle mascherine ai gel. Lo rende noto su Facebook il sindaco Virginio Merola, spiegando che "il decreto 'Cura Italia' varato dal Consiglio dei ministri contiene diverse norme importanti tra le quali una che permette la produzione in deroga di mascherine.

"Questi prodotti sono attualmente tra i più importanti e c'è necessità di aumentare la produzione per avere il necessario approvvigionamento territoriale". Per questo, con l'assessore al Lavoro Marco Lombardo, Cgil-Cisl-Uil e con le categorie sindacali del settore tessile e abbigliamento, riferisce il sindaco, "stiamo raccogliendo le disponibilità delle imprese del territorio che stanno producendo dispositivi di protezione e sicurezza (mascherine, guanti, tute e camici, gel sanificanti) o possono convertire la loro produzione per le mascherine".

La produzione dovrà avvenire "in conformità alle disposizioni del nuovo decreto del Governo - precisa Merola- in coordinamento con la Regione Emilia-Romagna e con un sistema di certificazione, presso gli enti deputati a tale scopo dalla normativa". E di speranze ce ne sono: già oggi "sono state raccolte le disponibilità di diverse imprese del territorio bolognese e metropolitano", spiega Merola: "Continueremo a raccogliere le disponibilità da parte di altre aziende perché è prioritario in questo momento mettere in condizioni di sicurezza chi lavora a partire dal personale medico e sanitario".

Il primo cittadino bolognese ringrazia "tutti per questo impegno, in particolare le lavoratrici e i lavoratori e le aziende che si stanno adattando a una situazione di straordinarietà. Questo territorio sa sempre fare squadra".

Sul territorio operano alcune aziende già attive nella produzione di mascherine, come la Gvs e la Farmac Zabban. Poi, rispetto alle imprese che possono convertire la produzione, si sta guardando molto al settore tessile e qui ci sono sia aziende che già hanno dato la propria disponibilità, sia altre con cui i ragionamenti sono in corso.

Sul tavolo dei colloqui, a quanto si apprende, c'è anche un marchio di spicco come La Perla, specializzato in intimo. In ogni caso, bisogna tenere conto del fatto che ci sono aziende che hanno fermato la produzione: in questi casi, quindi, bisognerà attendere le operazioni di sanificazione degli stabilimenti. (Dire)

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