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Cronaca

Registro nozze Gay. Pd e Sel fanno quadrato intorno al sindaco. FI: 'Priorità di Bologna ben altre'

Dopo il rifiuto di Merola all'ordine del Prefetto, si levano le reazioni della politica. Donini: "Il ministro Alfano si rassegni, tempi maturi per una nuova stagione dei diritti civili". Affondo anche dall'Lgbt Center: "Indecente lo scontro istituzionale che il Ministro attraverso le asservite prefetture sta mettendo in atto". Di diverso avviso FI

Difronte all’ordine del Prefetto di Bologna di annullare la registrazione in Comune delle nozze tra coppie dello stesso sesso contratte all’Estero, il sindaco Virginio Merola ha continuato il suo pugno duro, dicendo che non cancellerà nulla e di preferire, piuttosto il commissariamento all’accettazione dell’azione prefettizia.
Non hanno tardato a levarsi le reazioni della politica.  
“La crociata di Alfano contro le coppie gay e lesbiche ha le armi spuntate: ricorda più le fanfaronate di Brancaleone che la conquista di Gerusalemme. Il Ministro dell’interno pensa forse di distrarre così l’opinione pubblica dalla difficoltà di gestione della crisi sociale di queste settimane? Un plauso alla fermezza civile del Sindaco di Bologna Virginio Merola che, come già Marino e Pisapia, ha espresso il suo rifiuto a procedere alla cancellazione delle trascrizioni.”  Così torna sul tema Sergio Lo Giudice, senatore PD, che insieme a suo marito Michele Giarratano avevano registrato a Bologna lo scorso 15 settembre il loro matrimonio avvenuto tre anni fa in Norvegia. “Non si cancella – rincara Lo Giudice -con un atto burocratico una battaglia di civiltà che i sindaci della principali città italiane, da Roma a Milano, da Bologna a Napoli, stanno facendo per dare un riconoscimento sociale della dignità di matrimoni regolarmente stipulati all’estero anche se, ad oggi, privi in gran parte di effetti civili Italia in assenza di una legge nazionale”.“Soprattutto – chiosa il democratico -, non si cancella con un diktat prefettizio un atto di matrimonio che solo un giudice può decidere di cancellare.
Non vorrei che, dopo il caso Shalabayeva e quello del pestaggio degli operai di Terni Alfano dovesse chiedere scusa agli italiani per la terza volta per la dissennata gestione del suo dicastero”.

Di ben diverso avviso è invece Michele Facci, Capogruppo Forza Italia al Comune di Bologna e Consigliere Città Metropolitana di Bologna. “Senza voler entrare nel merito della questione, sulla quale peraltro mi pare che a livello nazionale sia in corso un proficuo dibattito politico, sconcerta l’atteggiamento di un sindaco che a quanto pare preferisce impuntarsi su questioni di ordine esclusivamente ideologico – tanto lo sa anche lui che le trascrizioni non hanno un vero valore legale – piuttosto che salvaguardare la tenuta e la continuità dell’amministrazione pubblica a Bologna e nella sua area metropolitana”. Sarebbe estremamente grave, secondo Facci – “in un momento in cui le priorità di Bologna parrebbero ben altre, consentire per una questione ideologica un intervento d’autorità da parte del Governo con la nomina di un commissario ad acta assolutamente inutile in questo momento socio-politico della vita della città”. Meglio farebbe Merola – conclude il consigliere – “a lasciare da parte isterismi e fanatismi ideologici e a pensare maggiormente alla città di cui è sindaco, cercando invece di affrontare la questione in oggetto con più serenità e meno idee preconcette”.

Intanto il Pd di Bologna fa muro attorno al sindaco. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano "si rassegni, i tempi sono maturi per una nuova stagione dei diritti civili", incalza il segretario dem Raffaele Donini. "Non credo che il Prefetto arriverà a commissariare il Comune di Bologna, ma il Pd è pronto a mobilitarsi per l'autonomia politica e la dignità istituzionale del primo cittadino". Dunque secondo Donini "fa bene Merola a tenere il punto. Ha tutta la solidarietà mia personale e sono disposto- sottolinea- a mobilitare il Pd per un principio che ritengo di civiltà, soprattutto ora che il Governo italiano si appresta a disciplinare le unioni civili tra persone dello stesso sesso

"Lodo la coerenza e il gesto politico coraggioso del sindaco, Virginio Merola". Il suo "è un gesto molto forte". Appoggio al primo cittadino anche da parte di Sel. La capogruppo in Consiglio comunale a Bologna, Cathy La Torre, ha a dichiarato: "Per fortuna che ci sono i sindaci…non si capisce perché  il legislatore non proceda a fare una legge, si devono sbrigare". 

Contro il Prefetto anche il Cassero, che senza mezzi termini ha detto: "È indecente lo scontro istituzionale che il Ministro Alfano attraverso le asservite prefetture sta mettendo in atto per ostacolare il riconoscimento e la relativa trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all'estero. Quest'uso tutto politico di strutture e funzionari pubblici è un insulto imperdonabile, che a suon di carte bollate moltiplica la frustrazione di cittadine e cittadini che attendono di essere riconosciuti  per legge”. “A chi giova la battaglia di Alfano? Quale "ordine pubblico" preserva l'atto del prefetto Sodano?” Si chiedono al Cassero, che accusa “soprattutto da Roma nessuno insorge contro quest'uso viziato dell'apparato statale, un caso senza precedenti che mai ci saremmo aspettati in un'Italia governata da un premier di centrosinistra. Invece proprio quel premier, che a parole promette una legge per le unioni tra persone dello stesso sesso, concede nel frattempo carta bianca al suo ministro degli Interni, lasciandogli la libertà di armare le prefetture per questa nuova demenziale crociata”.
“Bene ha fatto il nostro sindaco Merola – chiosa Lgbt Center -  a rifiutarsi di corrispondere alla richiesta del prefetto, mostrando di essere più legato alla sua comunità cittadina che alla catena di potere sgangherato che lo sovrasta. Pieno sostegno quindi al nostro primo cittadino e soprattutto alle coppie di gay e lesbiche ferite nuovamente dall'arroganza del prefetto e del suo mandante. Siamo pronti alla mobilitazione: se vogliono sfidare a braccio di ferro questa città e questo Paese noi di certo non ci tireremo indietro".

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