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Cronaca Centro Storico / Piazza San Francesco

Basilica di San Francesco: grande folla e tutta la politica per il Cev

Funerali di Maurizio Cevenini nella Basilica di San Francesco, Monsignor Vecchi: "Da tempo Maurizio camminava in una Valle Oscura. Ma questo gesto non è stato colpa di nessuno"

La Basilica di San Francesco è tutta per Maurizio Cevenini: la messa di addio al grande "Cev" ha coinvolto l'intera città, oltre che la politica locale e nazionale. Tantissimi anche i bolognesi che lo amavano tanto: magliette, sciarpe rossoblù, occhi lucidi e fiori. A celebrare la funzione Monsignor Ernesto Vecchi, che ha esordito dicendo: "Non è tempo per gli applausi, ma per riflettere". E' il Vangelo di Giovanni, quello scelto dal religioso per ricordare il Cev: "Da qualche tempo Maurizio Cevenini camminava per una valle oscura. Il gesto non è stato causato da nessuno. Il suicidio è un gesto contrario all'amore di sè, del prossimo e di Dio, ma il catechismo dice che per problemi psichici non dispera la via eterna. Preghiamo la misericordia di Dio per Maurizio".

I funerali di Maurizio Cevenini nella Basilica di San Francesco

DELUSO DA UNA CITTA' DISGREGATA. "E' stato deluso da una città disgregata - ha proseguito Vecchi durante la messa per il Cev - cercava libertà dello spirito incontrata nel Battesimo. Ha frequentato la parrocchia e ha voluto la funzione religiosa perchè aveva fatto il chierichetto. Maurizio Cevenini, come Bulgarelli e Lucio Dalla è un simbolo della bolognesità e figura Calviniana. Per reggere fino in fondo occorre la Fede ". Vecchi si è poi rivolto ai familiari: "Continuate voi nella vostra famiglia a diffondere l'opera di Maurizio".

CONDANNA AL SUICIDIO. Secondo Vecchi, Cevenini "aveva saputo creare un rapporto semplice e immediato con la gente, grazie ad una straordinaria capacità di relazione a 360 gradi, non ha trovato la possibilità di agganciare questo genuino respiro della democrazia con gli apparati del potere, che ancora troppo spesso rispondono a logiche autoreferenziali, lontano dai reali bisogni della gente". Vecchi ha citato anche un celebre verso di Dante sul tema del suicidio, "libertà va cercando, ché sì cara come sa chi per lei vita rifiuta. In questi versi - ha detto Vecchi - sta la motivazione più intima del suo gesto estremo. Maurizio cercava la libertà dello spirito, la libertà della volontà, la volontà di perseguire il bene". Nella sua omelia Vecchi ha duramente condannato il gesto del suicidio, definito "contrario al giusto amore di sé ed un'offesa all'amore del prossimo", ma "gravi disturbi psichici, l'angoscia o il timore grave della prova, possono attenuare la responsabilità del suicida. Pertanto non si deve disperare della salvezza eterna".

LE PAROLE DELLA FIGLIA FEDERICA. Rimpiango le parole che avrei potuto dire, chiedo scusa di non esser stata capace di capire fino in fondo quanto eri triste e quanto eri solo". Federica Cevenini, la figlia di Maurizio, ha pronunciato queste parole al termine della Messa funebre nella Basilica di San Francesco a Bologna. "Mio padre - ha detto - amava essere con la gente, era cordiale, amichevole e affettuoso, ha dato tanto a Bologna e Bologna gli sta restituendo affetto. Mio babbo è arrivato in alto per poi cadere e ritrovarsi in un ruolo pur importante, ma che non gli dava quello di cui aveva bisogno. E' stato l'inizio di un pozzo nero di cui non vedevamo che l'inizio, ne eravamo consapevoli ma non siamo riusciti ad aiutarlo ad uscirne". Tutti quelli che lo hanno conosciuto, secondo Federica Cevenini, "conserveranno il ricordo della tua gentilezza e della tua umanità. Mi piace pensare che tu sia in un bel posto e che quel posto ti ricordi un po' la tua Bologna".

STRISCIONI FUORI DALLA CHIESA. Mentre viene celebrata la funzione Piazza San Francesco si riempie di striscioni e messaggi per il Cev. I colori del Bologna spiccano, ma sono presenti anche il bianco e il nero, i colori della Virtus. Una sfilata di taxi dedicati a lui sfilano per salutarlo con un "Ciao Cev!".

RICHETTI: "DECIDEREMO RICORDO INDELEBILE IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA". “Mercoledì l’Ufficio di Presidenza, con la Conferenza dei Capigruppo, deciderà come onorare la memoria di Maurizio Cevenini, sia nella prima seduta utile di Consiglio, il 22 maggio, sia con un ricordo permanente e indelebile dedicato a Maurizio all’interno dell’Assemblea, il luogo dove tutti noi, quotidianamente, avevamo a che fare con la sua ‘bella politica’”. Così il presidente dell’Assemblea legislativa, Matteo Richetti, dopo aver partecipato alla funzione civile in Sala d’Ercole a Palazzo d’Accursio e alla messa nella chiesa di San Francesco, a Bologna, gremita per l’ultimo saluto al Cev nel giorno del funerale del consigliere regionale deceduto martedì scorso. Con Richetti, in Comune e in chiesa a Bologna consiglieri regionali, membri dell’Ufficio di Presidenza, di cui Cevenini faceva parte, e presidenti dei gruppi consiliari. “Fin dal primo momento ho avuto la sensazione che nulla sarebbe stato più come prima- afferma Richetti- sensazione che si consolida e cresce con il passare dei giorni. Oggi una città e l’intera comunità regionale salutano Maurizio, di cui ci restano molte immagini e ricordi, ma soprattutto la sua lezione, e qui cito le sue parole, sulla bella politica: ‘Ascoltare le persone, trovare risposte, sorridere ed emozionarsi, anche questa – diceva Maurizio – è fare una bella politica. Non solo i programmi, non solo le proposte, ma serve anche rimanere vicino ai cittadini’. Credo non si debba aggiungere altro. Ciao Cev”.

LA COMMEMORAZIONE CIVILE: LE PAROLE DELLA FIGLIA FEDERICA E DI MEROLA. Dopo la commemorazione a Palazzo d'Accursio, che ha visto un Merola commosso e addolorato dare il suo addio al "Sindaco Cevenini" insieme alla figlia Federica, cha ha concluso dicendo "Io saluto il mio sindaco", il feretro è stato condotto verso la Basilica scelta per la messa, quella San Francesco.

Maurizio Cevenini: le commemorazioni ufficiali con Merola

 

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