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Giro di prostituzione in pieno lockdown: banda al palo, giro di affari fino a 100mila euro al mese | VIDEO

Operazione dei carabinieri di Medicina e Imola dopo un episodio ai danni di un cliente. In manette cinque soggetti

A tradire tutto il meccanismo sono state le pesanti minacce, fatte al telefono a un cliente medicinese che non voleva pagare. Questo ha permesso ai carabinieri di Medicina e Imola di fare emergere una banda dedita allo sfruttamento della prostituzione tra il bolognese e la Romagna.

Gli arresti sono scattati a Ferrara, Budrio e Cesena. Il gruppo aveva messo in piedi una efficace rete di sfruttamento di cinque giovani donne dell'est europa, alle quali ogni tanto si aggiungevano altre due, che si premurava di aggirare i divieti imposti dalla restrizione anti Covid in vigore all'epoca. 

Lo sfruttamento è andato avanti da aprile del 2020 fino a pochi giorni fa, quando un blitz dei militari ha messo fine a tutto il progetto. Un progetto che poteva arrivare nei momenti di picco a raggiungere anche i 100mila euro al mese di reddito illecito.

Come agiva la banda: ruoli dedicati, spostamento in estate in riviera

Il 'capo' della banda era un 44enne cittadino serbo, ma nel gruppo vi era anche un 70enne originario di Cesena. Coinvolti nel ruolo di contabile e braccio destro anche i figli del 44enne, di 25 e 27 anni. La compagna di quest'ultimo, anch'essa 27enne, è ugualmente indiziata di essere fiancheggiatrice del gruppo, che per la logistica si avvaleva dei servizi -a pagamento, per le stesse ragazze- anche di un settantenne, responsabile del vettovagliamento e degli spostamenti delle giovani tra una location e l'altra.

Le modalità con le quali le donne venivano sfruttate era molto variabile: si andava dalle case di appuntamenti e al servizio a domicilio via internet, fino addirittura anche al meretricio in strada e, a seconda della stagione, tutti si spostavano dall'entroterra tra bolognese e ferrarese, alla riviera romagnola. Particolarmente scaltro ad aggirare i divieti imposti per i lockdown, il gruppo non si faceva problemi però a esigere quanto dovuto, anche con minacce per terrorizzare i clienti.

Ora il 44enne è in carcere (accusato anche di tentata estorsione per le minacce al cliente), mentre tutti gli altri arrestati sono stati trasferiti ai domiciliari. Accolte in massima parte le impostazioni del pm Domenico Ambrosino dal giudice Andrea Romito sulle condotte criminali contestate a vario titolo al gruppo.

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