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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Medicina

Medicina, falsi investimenti vantaggiosi: consulente nei guai per truffa

Aveva lavorato in banca così ha carpito la fiducia dei clienti: dal 2009 a oggi avrebbe raccolto poco meno di 500mila euro, ma la cifra potrebbe essere molto più alta. Indagate anche la moglie e la cognata

Aveva lavorato in banca e nel campo della finanza, così G.N., 59 anni con studio di consulenza a Medicina, è riuscito a carpire la fiducia di alcuni concittadini che gli avevano affidato il loro risparmi da investire. Ora deve rispondere del reato di abusivismo finanziario e truffa, in concorso con la moglie e la cognata. 

Il 59enne accreditava le somme ricevute dai clienti su conti correnti bancari sui quali era delegato a operare e che spesso drenava su altri conti personali o intestati a moglie e cognata. 

LE INDAGINI. Dall'attività di indagine del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bologna, coordinata dal PM Giuseppe Di Giorgio, è emerso che avrebbe raccolto, dal 2009 a oggi, poco meno di 500mila euro, ma la cifra potrebbe essere molto più alta. Con la promessa di cospicui guadagni, maggiori rispetto ai tassi di interesse applicati dalle banche, faceva sottoscrivere contratti di investimento, e anche moduli in bianco, ma nessuno dei truffati ha mai ricevuto (e neanche richiesto) documentazione dettagliata, solo rassicurazioni verbali o appunti scritti a mano, tanto meno l'accredito dei "guadagni" a titolo di remunerazione del capitale investito. 

I conti correnti, tutti accesi sulla IW Bank, specializzata nella gestione degli investimenti, non erano di fatto nella disponibilità dei clienti, ma esclusivamente del consulente che, a fronte di qualche richiesta di disinvestimento, rispondeva che le cifre erano vincolate fino al 31 marzo 2016.

E' andato tutto bene fino a quando uno dei truffati ha incaricato la figlia, avvocatessa, di tenerlo sotto pressione per poi richiedere la documentazione presso la società romana che avrebbe dovuto gestire gli investimenti. Ovviamente nessuna traccia nè del denaro nè dei documenti, così il 22 febbraio hanno raccontato tutto alla Guardia di Finanza. 

Il 24 febbraio la Polizia ha perquisito lo studio e sequestrato la documentazione, ora al vaglio della Guardia di Finanza, che 5 giorni dopo ha fatto porre sotto sequestro anche lo studio, per impedire la continuazione delle attività, visto che diversi clienti sarebbero ancora all'oscuro dei fatti, quindi il numero dei truffati è ancora imprecisato. All'interno dello studio, volantini, cartelli e targhette rimandavano alla IW Bank, già finita nel 2015 nelle indagini per reati di riciclaggio, autoriciclaggio e operazioni sospette anche su istituti di credito con sede nei "paradisi fiscali" come le isole Cayman o le Bahamas. 

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