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Cronaca Bolognina / Via del Battiferro

In fila per un pasto caldo ci sono (anche) persone che lavorano, tanti padri separati e anziani soli

Chi si rivolge oggi, alle mense per le persone indigenti? La risposta la dà Roberto Morgantini di Cucine Popolari che sottolinea: "Non è solo placare la fame, ma soprattutto coinvolgere. Noi puntiamo all'inclusione"

É passato da poco mezzogiorno e i volontari sono attivi ormai da qualche ora per garantire che per pranzo tutto sia pronto e che la fila in via del Battiferro scorra, consentendo a tutti gli utenti di "Cucine Popolari" di poter avere il proprio pasto caldo e fare anche due chiacchiere con i volti ormai familiari che li attendono puntuali dietro al banco. Senza vergogna, con dignità e soprattutto con la possibilità di dare il proprio contributo, magari partecipando a delle attività socialmente utili, una volta pronti per farlo. Il profumo somiglia a quello del friggione, i fuochi fanno scoppiettare le pietanze adagiate nelle padelle giganti e intanto escono dalla cucina i primi contenitori pronti per la consegna: fusilli al pomodoro, tortellini alla panna, cotolette, contorni e anche il dolce. Il menù sembra soddisfare e in aggiunta ci sono anche tante altre attenzioni rivolte agli ospiti fra pietanze preferite aggiunte alla sportina e bottigliette di bibite: "So che ti piace il tè, ecco, portalo a casa!" sento dire a una volontaria. 

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Chi sono oggi le persone che oggi si rivolgono alle mense per chi ha bisogno? Lo spiega Roberto Morgantini, 'papà' delle Cucine Popolari: "La pelle di chi viene qui è cambiata. Magari una volta qualcuno sceglieva si essere povero come rifiuto della società anche (i poveri veri c'erano ovviamente!) ma oggi ci troviamo davanti anche chi un lavoro ce l'ha (precario) ma non gli basta e quindi è costretto a chiedere un sostegno. Sono anziani soli, persone con un impiego non stabile e anche uomini separati. Le nostre politiche contro la solitudine ci portano a stanarli e portarli qui, dove possono sentirsi più protetti e coccolati". I pasti consegnati ogni giorno alle Cucine Popolari sono fra i 280 e i 300. 

E c'è quindi anche il tema della dignità e del volersi fare aiutare: "Puntiamo all'inclusione - dice Morgantini - e non ci limitiamo al 'hai fame-ti diamo da mangiare", ma teniamo in grande considerazione il coinvolgimento e la partecipazione. Molti degli ospiti a un certo punto sono diventati volontari e magari aiutano a ripulire i muri della città, che è un bene di tutti. dobbiamo sempre ricordarci che la carità è un gesto mentre la solidarietà è un progetto". 

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