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Cronaca

Mense scolastiche, venerdì sciopero della pappa: “Basta profitti a Seribo e false promesse”

Così, a afianco dei genitori nella battaglia al Comune sul servizio di refezione scolastica, si schiarano i Cobas, perchè perchè è insostenibile lo "scandaloso sistema che porta utili milionari nella casse di Camst attraverso la società partecipata Seribo"

Gli impegni presi dal Comune con i genitori degli alunni delle scuole bolognesi riguardo al servizio di refezione “sono tuttora o poco chiari o poco concreti”. Così l’Osservatorio Mense Scolastiche di Bologna non è disposto ad arrendersi nella lunga battaglia ingaggiata sul tema della ‘pappa’. E conferma il nuovo sciopero per il prossimo venerdì, quando gli alunni boicotteranno – come già avvenuto lo scorso anno scolastico – il servizio mensa.

Alla base delle contestazioni dei genitori varie tematiche: dal biologico, per cui i genitori chiedono il “rispetto della LR 29/2002 che contempla  che il 70% delle materie prime sia biologico (ora portata al 100% con delibera regionale n. 140 del 24 sett.2013), mente nelle nostre scuole ora siamo al 61%“.
Fa discutere anche il limite agli utili di Seribo “in modo che i soldi pagati dalla famiglie non vadano a remunerare in maniera spropositata la società partecipata Seribo che deve innanzitutto assolvere a una funzione pubblica (fornire pasti di qualità ai bambini a prezzi accessibili per le famiglie)”.
“Il documento del Comune non contiene – aggiungono i genitori - nessuna dichiarazione in merito a questo tema così cruciale. Quindi è realistico pensare  che nel prossimo bando di gara non sarà prevista alcuna limitazione ai guadagni e si continuerà nella stessa direzione. Il contratto del 2003 (ora scaduto) aveva una clausola, che non è mai stata attivata con il fine di ridurre il costo e che avrebbe potuto evitare parte degli utili fatti da Seribo”.
Non rispettata – lamenta ancora l’Osservatorio la richiesta dell’eliminazione della plastica dalla mensa scolastica: “Tuttora diverse scuole primarie hanno ancora piatti di plastica e nessuna scuola materna ha ancora i piatti di ceramica. Secondo l’Amministrazione “non solo è stato dato seguito a quanto promesso, ma si sta andando anche oltre gli impegni assunti. 56 scuole utilizzano le lavastoviglie, 97 sono in attesa".
Tra le varie contestazioni dei genitori, infine, il tema del conguaglio delle tariffe, ovvero la “restituzione dei soldi pagati indebitamente dalle famiglie con il nuovo sistema sperimentale di tariffazione a consumo. Non sappiamo nulla di quando, come e se si farà. Dichiara l’amministrazione: “Il dato finale, infatti, rilevato con gli ultimi bollettini emessi in agosto, ha fatto registrare maggiori entrate per soli 98.000 euro [...]. Abbiamo deciso di destinare tale somma a beneficio delle famiglie, in particolare quelle più numerose, attribuendo speciali sconti sulle tariffe della refezione”. L’Amministrazione dichiara quindi che non intende restituire alle famiglie quanto ha indebitamente incassato da loro (scrive di sconti alle famiglie numerose). E’ importante che l’Amministrazione abbia deciso di effettuare sconti alle famiglie numerose, con le tariffe elevate che abbiamo. Riteniamo però che questa “scontistica” vada finanziata con
98.000 euro che saranno trovati nel bilancio comunale e non dal conguaglio delle tariffe".
Il sistema tariffario del futuro – chiosano i genitori – “dovrà essere pesantemente rivisto: dovrebbe diventare a consumo puro e non superare i 5,32 € (ad oggi effettivo costo del pasto per il Comune). Saremo soddisfatti solo se vedremo la convocazione straordinaria del Consiglio Comunale che porti
all’ordine del giorno la delibera sulle nuove tariffe così come indicato”.

Al fianco dei genitori si schiarano i Cobas di Bologna, che sostengono lo ''sciopero della pappa'', indetto dai genitori dell'Osservatorio mense scolastiche per venerdì prossimo e chiedono a tutti gli insegnanti di aderire. Perchè il sindaco, Virginio Merola "ha fatto false promesse", si legge in una nota e perchè è insostenibile lo "scandaloso sistema che porta utili milionari nella casse di Camst attraverso la società partecipata Seribo". Il servizio mensa, per i Cobas "è una vergognosa fonte di profitti privati che crescono di anno in anno in proporzioni inaudite rispetto agli investimenti" e le richieste di restituzione dei guadagni ottenuti col cambiamento del sistema tariffario e di reinvestimento degli utili nelle strutture "non hanno ottenuto un riscontro positivo". Dunque, sarebbe il momento, ormai, di fare un bilancio "dell'onda lunga delle privatizzazioni attraverso le aziende partecipate dei servizi pubblici", che portano vantaggi, dicono, solo alle cooperative. I Cobas vorrebbero infatti una mensa gestita direttamente dal pubblico e per questa ragione si uniscono allo sciopero del 21 "per sostenere tutte le ragioni della mobilitazione e per denunciare l'intollerabile sordità di chi governa la nostra città", che nulla ha fatto, per esempio, dopo il referendum sul finanziamento alle scuole private.

'Questa mensa non ci piace': sciopero della "pappa"

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