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Cronaca

Merola attacca un titolo della Dire, la difesa dell'Ordine: Scritti fatti veri, garantire pluralismo"

Il primo cittadino si era lamentato di un titolo dell'agenzia di stampa, ricordando il contratto di servizio in essere con il Comune. I giornalisti replicano: toni scorretti, è dovere del Sindaco garantire l'informazione

Anche L'Ordine dei Giornalisti prende posizione sull'attacco del sindaco Virginio Merola indirizzato all'agenzia di stampa Dire. Ieri il sindaco aveva criticato duramente un titolo nel lancio dell'agenzia dal nome "Merola cambia ancora verso", riferito alla notizia del suo schieramento per la corrente dem del ministro della Giustizia Andrea Orlando: un cambio di rotta interno al partito, preceduto da altri, che aveva portato il primo cittadino felsineo ad allinearsi a Matteo Renzi, dopo gli esordi filo-bersaniani.

Il sindaco però, nell'attaccare l'agenzia di stampa non si è fermato qui, ricordando: "Sarebbe ora che la Dire facesse l'agenzia, essendo contribuita dal Comune, e riportasse le notizie. I titoli giornalistici se li faccia pagare da qualcun altro. Ogni giornale ha diritto alla sua interpretazione, non come l'agenzia che ha una convenzione con il Comune di Bologna".

Secca è stata la replica del direttore della testata, Nico Perrone: "Il sindaco Merola oggi ha trovato l’occasione per polemizzare con un titolo dell’agenzia Dire. Legittimo. Non è corretto però, nella dura critica, legare il lavoro della Dire con l’abbonamento che il Comune, non lui, paga per i servizi giornalistici".

Oggi, anche il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna ricorda al sindaco i precisi limiti del diritto di replica e rettifica,  aggiungendo: "Premesso che i titoli, così come i contenuti di tutti i prodotti giornalistici, non necessariamente devono piacere ai diretti interessati, occorre rimarcare che, nel caso specifico, il titolo in questione riassumeva fatti realmente accaduti".

"Al limite - continua la nota dell'Odg - se in quel titolo il primo cittadino avesse ravvisato delle inesattezze avrebbe potuto tranquillamente esercitare il diritto di replica e di rettifica. Ricordare viceversa che tra i contributori della 'Dire' c'è anche il Comune di Bologna- afferma il Consiglio dell'Ordine- non ci sembra un atteggiamento corretto; assomiglia infatti a un tentativo di condizionare il lavoro dei giornalisti. Siamo noi, invece, a ricordare al sindaco che tra i principali doveri delle istituzioni c'e' quello di promuovere e garantire il pluralismo dell'informazione".

E sul contratto del Comune con l'agenzia Dire per le comunicazioni istituzionali si è fatta sentire anche la Lega Nord, che per mezzo dei consiglieri Umberto Bosco e Francesca Paola Scarano condannano l'episodio. "I servizi erogati dall'agenzia Dire in forza del contratto stipulato dal Comune - dichiara Bosco- sono destinati a tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale. La velata minaccia del Sindaco di revocare il contratto in essere a seguito di un "titolo a lui sgradito" è figlia di un'arroganza e di una prepotenza semplicemente inaccettabili." 

"La Giunta - spiega Scarano - aveva già cercato di "disfarsi" dell'Agenzia proponendo di delegare le comunicazioni istituzionali del Consiglio allo stesso staff che lavora per il Sindaco. Un colpo di mano che in Riunione dei capigruppo siamo riusciti a disinnescare poiché avrebbe compromesso sia l'imparzialità delle comunicazioni istituzionali. specie delle forze di minoranza, sia per le scarse capacità dimostrate dallo staff che, nonostante i supercompensi, non riesce a scongiurare i frequenti scivoloni del primo cittadino." 

"Per queste ragioni - concludono i consiglieri leghisti - presenteremo presto un odg con il quale il Consiglio rinnova l'apprezzamento per l'operato dell'Agenzia e impegna il primo cittadino a scusarsi per l'indebita ingerenza operata a danno tanto della libertà di stampa quanto dell'imparzialità e autonomia del Consiglio comunale."

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