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Cronaca

Troppo reddito da lavoro, ai migranti "chiesti indietro fino a 20mila Euro": il prefetto studia soluzione

I casi denunciati dal Coordinamento migranti. In alcuni casi l'accoglienza è stata ritirata e alcuni soggetti sarebbero finiti a dormire per strada. Gli attivisti: "Furbetti dell'accoglienza? Con assegno sociale non si paga nemmeno l'affitto a Bologna"

Nelle ultime settimane la Prefettura di Bologna ha inviato diverse lettere "alcune decine di posizioni" sarebbero in ballo, ai richiedenti asilo dai centri di accoglienza, comunicando l'obbligo di uscire dalle strutture e di restituire al ministero degli Interni cifre cospicue. Una misura prevista dalla legge in vigore, perché percepiscono un reddito superiore all'assegno sociale.

Una situazione paradossale, arricchita dalla situazione lavorativa precaria di molti degli ospiti dei programmi di accoglienza, impiegati spesso con lavori saltuari, sovente nella logistica. 

Ma tant'è. I soggetti attenzionati dagli uffici della prefettura superano, nell'anno fiscale, il limite dell'assegno sociale -, circa 6mila euro lordi/anno nel 2022, considerato spesso dall'amministrazione pubblica come valore soglia per accedere o meno a misure di sostegno- anche se non raggiungono in molti casi un reddito sufficiente per potersi permettere un alloggio indipendente, rimanendo quindi in una sorta di limbo economico-burocratico.

Coordinamento migranti: "Fuori dall'accoglienza, ma redditi non bastano"

La notizia era stata data in settimana dal Coordinamento migranti, che riassume così la situazione. "Questi migranti, dice la Prefettura, hanno guadagnato in un anno più dell’ammontare dell’assegno sociale, ovvero più di 5.900 euro, e secondo i regolamenti devono uscire dai circuiti dell’accoglienza. A tutti i migranti che nell’ultimo anno hanno guadagnato più di questa cifra, che a Bologna non basta nemmeno per affittare una stanza, è stato consegnato un foglio di espulsione dal centro, anche se non avevano un altro posto dove andare a vivere, ed è stato chiesto un rimborso esorbitante. Un rimborso che i migranti dovrebbero pagare per i due anni passati in camerate da 14 persone, per i due anni di pandemia in cui hanno lavorato e guadagnato dei salari da fame per mandare avanti i profitti dell’Interporto e per far arrivare le merci nei supermercati, nelle case e per rispondere alle esigenze della crisi pandemica, per i due anni in cui la legge stessa ha bloccato le espulsioni dai centri per contenere il rischio sanitario".

Una situazione paradossale, "ma la legge parla chiaro"

Sempre il Coordinamento migranti di Bologna ha quindi denunciato come molti richiedenti asilo non siano in grado di pagare o di trovare un alloggio alternativo, allegando anche dei documenti dove si evincono le cifre a rimborso per quello che la burocrazia considera una indebita percezione della misura sociale di vitto, alloggio e pocket money, per tutto il periodo di riferimento, in alcuni casi arrivando anche a migliaia di Euro di debito.

Nel merito è intervenuto anche il prefetto Attilio Visconti: pur ribadendo l'obbligo di fare rispettare la legge, Visconti ha fatto intendere di voler tendere una mano per trovare una soluzione.

"Siamo disponibili, anche con un tavolo in Prefettura, a ragionare su alternative -afferma Visconti, sentito dalla Dire a margine dell'inaugurazione della nuova caserma dei Vigili del Fuoco di San Lazzaro- ci siamo per tutte le situazioni sociali, siamo pronti a dare tutto l'aiuto e il contributo, perché è anche un nostro dovere".

Detto questo, però, il prefetto precisa: "Non è un'azione solo della Prefettura di Bologna, ma una norma di legge che deve essere rispettata a livello nazionale. Noi ci stiamo inquadrando in questa logica, quindi quando ci sono situazioni che non hanno più ragione di essere perché percepiscono un reddito chiediamo di uscire dai luoghi in cui sono ospitati".

C'è però un aspetto "su cui vorrei ragionare -apre Visconti- devo vedere però se ho margini di legge per farlo. Riguarda la restituzione di somme pregresse, che potrebbe essere un provvedimento un po' troppo forte. Ma non so se si può trovare una soluzione".

E aggiunge: "Non so se possa essere una sanatoria o una rateizzazione dei pagamenti, dilazionati su molto tempo. Ma comunque una minore rigidità su questo aspetto, io sono d'accordo a metterla in campo". In ogni caso, ribadisce il prefetto, "io devo far rispettare la legge, non posso andare contro. Mi rendo conto comunque che andare a chiedere somme del passato, in un momento di difficoltà come questa, non è certamente una cosa positiva. Sul fatto invece di dover lasciare l'alloggio perché percepiscono un reddito, devo essere intransigente", afferma Visconti.

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