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Sicurezza e immigrazione, Merola: "Non farò mai al Governo il regalo di potermi incolpare"

Le dichiarazioni del sindaco di Bologna arrivano al margine della commemorazione per il 28esimo anniversario della strage del Pilastro

Bologna "lancia un messaggio al resto del Paese: fate come noi, costruiamo una rete di solidarietà concreta, non fatta di gesti simbolici e di disobbedienza astratta, perchè un sindaco ha giurato fedeltà alla Repubblica, che non è Salvini, ma tanti Comuni e cittadini che hanno diritto di esprimere le loro opinioni, quindi noi semplicemente faremo quello che la Costituzione affida ai Comuni".

Insomma, afferma il sindaco Virginio Merola a margine della commemorazione per il 28esimo anniversario della strage del Pilastro, commessa dalla banda della Uno bianca, per quanto riguarda l'applicazione delle nuove norme su sicurezza e immigrazione volute dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, "io non farò mai a questo Governo il regalo di potermi incolpare o incriminare perchè  non obbedisco alla legge".

Il primo cittadino di Bologna, dunque, non intende andare allo scontro frontale con l'esecutivo, a differenza di quanto fatto, ad esempio, dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che in attesa degli approfondimenti del caso ha deciso di 'congelare' l'applicazione di alcuni punti della legge, in primis quello relativo alla procedura di iscrizione della residenza angrafica per gli stranieri. 

Da parte sua, Merola annuncia che "faremo ricorso alla Corte costituzionale, perchè è evidente che la storia dell'anagrafe è un atto incostituzionale, chiederemo un incontro, che mi pare sia già stato concesso dal presidente del Consiglio, per modificare una legge inapplicabile e incostituzionale, e faremo una proposta, assieme agli altri sindaci, perchè il tema dell'immigrazione legale sia previsto da una legge".

Per fare ricorso alla Corte costituzionale, ricorda però il sindaco, "c'e' bisogno di un 'incidente', quindi la prima persona che dira' 'non mi hanno dato l'anagrafe' potrà  fare ricorso, e se succederà qui avrà tutto il sostegno del Comune e della sua Avvocatura". Per il resto, Merola spiega che non intende "cadere nella trappola di Salvini e dei suoi proclami", e che dunque intende combattere la legge sulla sicurezza con "forza tranquilla: non servono proclami di disobbedienza astratti, ma bisogna combattere come sindaci per applicare la Costituzione e non farsi intrappolare in procedure che porterebbero alle dimissioni" dei primi cittadini, motivo per cui "resto saldamente al governo della mia citta' e non cadro' nella trappola di Salvini e dei suoi proclami".

Per fare questo, tira dritto, "dobbiamo occuparci dei piu' deboli e delle persone in difficoltà. Abbiamo un Governo che scarica sui Comuni i propri pronunciamenti di pancia e li lascia da soli ad affrontare le situazioni, aumentando l'insicurezza e distruggendo la solidarieta'".

Visto che, pero', "i Servizi sociali sono in capo ai Comuni, noi non lasceremo nessuno in difficoltà e ci occuperemo concretamente di dare solidarieta' quando sara' necessario". All'esecutivo, invece, il sindaco chiede di "finanziare una legge nazionale sulla casa, come stiamo facendo noi come Comune mettendoci soldi nostri, perche' la casa e' un diritto di tutti gli esseri umani, non si divide tra chi e' nato qui e chi no". Per farlo, chiosa, "basta mettere i soldi, e non sprecarli in un reddito di cittadinanza che non si capisce ancora come si applichera', o con promesse di pensioni a tutti". (Dire)

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