Omicidio a Minerbio, ucciso dopo una lite in strada: la tragica fine di Rachid Nfir
Ci sarebbero stati diverbi nati in strada per alcune manovre e precedenze
Investito dopo un litigio. Sarebbe questa la causa della tragica fine di Rachid Nfir, cittadino marocchino di 47 anni, padre di tre figli, residente in Calabria, dove lavorava come autotrasportatore per un'azienda di Taurianova (RC).
E' stato investito ieri mattina nel parcheggio dello zuccherificio di Minerbio, in zona Tintoria, da un camion guidato da un collega, Rocco Giulio Capria, 51enne calabrese di Rosarno, che in serata è stato accusato di omicidio volontario. A chiamare il 118 sarebbe stato lo stesso Capria e ha riferito che si era trattato di un incidente, ma probabilmente non aveva fatto i conti con alcuni testimoni presenti sul piazzale che poi sono stati ascoltati da Carabinieri e magistrato.
VIDEO| Ucciso da un camion: le indagini
Nessun segno di frenata
Per i Carabinieri i dati ogettivi forniscono un quadro chiaro: a terra gli investigatori non hanno trovato nessun segno di frenata. Inoltre il cronotachigrafo sul tir di Capria non ha registrato un rallentamento della corsa, in pratica il mezzo è passato da 0 a 40 chilometri orari in poco meno di 70 metri.
Tra i due il giorno prima ci sarebbero stati alcuni diverbi nati in strada per manovre e precedenze, quindi per "futili motivi". Capria avrebbe raccontato agli inquirenti che la vittima avrebbe cercato di aggredirlo con una mazzetta da muratore, poi rinvenuta forse a troppa distanza dal luogo della tragedia, e che non era riuscito a frenare, ma evidentemente la versione non ha convinto, tanto da far scattare l'arresto con l'accusa di omicidio volontario, chiesto e ottenuto dal pubblico ministero di turno Mariangela Farneti. Le indagini dei Carabinieri continueranno anche nei prossimi giorni. Capria è difeso dall'avvocato Manuela Amore. La convalida dell'arresto è prevista per lunedì o martedì.