Oltre 1.100 minori ucraini a Bologna, 50 non accompagnati: "Ma c'è anche il sommerso"
I minori completamente soli sono due, uno viene da un orfanotrofio ucraino e aveva già un legame con una famiglia italiana nell'ambito dei progetti Chernobyl, l'altro è accolto a Castel Maggiore
A Bologna sono 3.859 i rifugiati ucraini fuggiti dalla guerra scoppiata a fine febbraio e arrivati in città. 1.115 i minori, dei quali una cinquantina non sono accompagnati. Due sono completamente soli. A riferirlo questa mattina i dirigenti dell'area welfare del Comune di Bologna nel corso della commissione Politiche sociali di Palazzo D'Accursio.
Ad oggi, "la quasi totalità dei minori ucraini arrivati a Bologna è accompagnata da adulti in grado di dimostrare un rapporto di parentela o di tutela". Sono invece 50 quelli risconosciuti come minori non accompagnati, cioè privi di adulti di riferimento, ospitati comunque in 25 famiglie. "I minori effettivamente soli sono due", si spiega a Palazzo D'Accursio. Uno viene da un orfanotrofio ucraino e aveva già un legame con una famiglia italiana nell'ambito dei progetti Chernobyl. Allo scoppio della guerra si trovava già ospitato a Bologna e la famiglia era già riconosciuta come affidataria. L'altro minore solo, invece, è accolto a Castel Maggiore, dove il Comune e la Polisportiva hanno chiesto che possa rimanere sul territorio.
"Sappiamo però che c'è anche del sommerso", avvertono dal Comune di Bologna, cioè i minori sono stati accolte in famiglie o conoscenti che non si sono rivolti alle istituzioni, pertanto Palazzo D'Accursio sta svolgendo verifiche, anche per dare comunicazione al Consolato ucraino in Italia. Esclusi quelli provenienti dall'Ucraina, in tutto a Bologna sono 400 i minori soli non accompagnati. Il tema è emerso a seguito della presentazione di un Ordine del giorno di Marta Evangelisti, consigliera comunale di Fratelli d'Italia, che chiede al Comune di pubblicare un bando per la ricerca di tutori, cioè di famiglie bolognesi disponibili per questa emergenza a prendersi in carico i minori ucraini non accompagnati. Una proposta che la dem Meri De Martino chiede di estendere anche agli altri minori soli sul territorio di Bologna, non solo quelli in fuga dalla guerra nell'est Europa.
I rifugiati in città
Sui quasi 4.000 rifugiati ucraini, al momento sono 480 le persone accolte nei Cas e 157 nel sistema Sai, di cui 140 in struttura, con priorità data alle persone con fragilità di vario tipo. A queste si aggiungono 17 persone accolte in famiglia nell'ambito del progetto Vesta, iniziativa per la quale si sono candidati circa 900 nuclei, di cui però hanno dato poi conferma in 182: con loro sono in corso colloqui individuali e visite a domicilio per valutare le possibilità di accoglienza.
Dall'11 marzo a oggi all'hub allestito dal Comune sono stati registrati 1.533 accessi, di cui 658 minori legati a 646 famiglie. L'hub ha poi gestito direttamente 338 accoglienze in città tra hub, Sai, Vesta e Caritas. Sono inoltre 115 le famiglie, per un totale di 360 persone, che hanno collocazioni autonome, che il Comune tiene monitorate e per le quali sta cercando una sistemazione. Oltre ad aver chiesto al Ministero ulteriori 350 posti nel sistema d'accoglienza, Palazzo D'Accursio in queste settimane ha attivato 100 posti e altri 173 saranno disponibili da metà maggio. Sono inoltre 42 le strutture di accoglienza ad oggi utilizzate, di 23 alloggi messi a disposizione da privati cittadini. "Ci sono anche cittadini che si sono offerti di coprire l'affitto in struttura- spiegano i dirigenti del Comune- e aziende che hanno dato disponibilità per l'inserimento lavorativo". E' attiva anche una collaborazione con l'Ateneo per la formazione linguistica degli ucraini e per l'impiego di studenti volontari come mediatori nell'hub. (dire)