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Cronaca Monghidoro

Monghidoro: in casa ordigni bellici ancora funzionanti, arrestati due collezionisti

Custodivano un vero e proprio arsenale di residuati bellici, armi vecchie, ma pericolosissime. I Carabinieri fermano due "amatori" a Monghidoro

Una collezione datata, ma ancora pericolosissima di residuati della Seconda Guerra mondiale: bombe a mano, proiettili, mine antiuomo. Due collezionisti di Monghidoro, conservavano in casa un autentico arsenale, inconsapevoli del pericolo che stavano correndo essi stessi e i loro vicini di casa.

A scoprirli sono stati i Carabinieri di San Lazzaro che, dopo la sparizione di una bomba da mortaio trovata in un bosco, hanno avviato le indagini che hanno portato all'arresto di un elettricista di 48 anni e di un operaio edile di 53. Entrambi custodivano l'arsenale fra la cantina, il solaio e l'appartamento, dove alcuni pezzi erano esposti come soprammobili. Il primo abita in una villetta a schiera, il secondo in un condominio.

L'indagine è partita nel marzo scorso dopo il furto di un residuato bellico, una bomba da mortaio, trovato da un escursionista sulle montagne nella frazione di Cà de Marchi. I Carabinieri, avvertiti dal passante, avevano transennato l'area, ma nel corso di una notte, prima che arrivassero gli artificieri per rimuoverla, la bomba era stata rubata. Raccogliendo alcune voci di paese, hanno scoperto la presenza nella zona di diversi appassionati di 'militaria' che, oltre a elmetti e distintivi, avrebbero raccolto anche ordigni. In breve sono risaliti ai collezionisti, facendo scattare la perquisizione: all'elettricista sono stati diversi ordigni di fabbricazione americana, inglese e tedesca, tutti ancora potenzialmente offensivi; all'operaio una bomba a mano inglese e numerosi proiettili. Molti erano stati disattivati, quasi certamente dagli stessi collezionisti: un'operazione ritenuta molto pericolosa se viene fatta, soprattutto in ambienti chiusi, da mani poco esperte. Gli artificieri dell'Arma hanno precisato che si trattava di 'ordigni micidiali', che sarebbero potuti esplodere maneggiandoli, oppure se fossero caduti a terra o venuti a contatto con un piccolo incendio.

La bomba da mortaio rubata da cui è partita l'indagine non era a casa degli indagati, ma è stata ritrovata in un fossato, dove qualcuno l'aveva buttata per liberarsene, forse dopo avere saputo dell'indagine. I due amatori, che rispondono di detenzione di materiale esplosivo e ordigni bellici, dopo l'arresto sono stati scarcerati con obbligo di dimora a Monghidoro. Le indagini proseguono per scoprire se i due, oltre a collezionare le bombe, le rivendevano ad altri appassionati.

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