rotate-mobile
Cronaca Monzuno

Monzuno, Monte Venere: riaperto il Santuario distrutto nella seconda guerra mondiale

E' stato riaperto dopo i lavori di restauro, in occasione della festa che si svolge ogni anno ad agosto proprio per ricordare la costruzione del tempietto votivo

Domenica 2 agosto è stato riaperto l'oratorio di Monte Venere dopo i lavori di restauro, in occasione della festa che si svolge ogni anno la prima domenica d’agosto proprio per ricordare la costruzione di questo tempietto votivo inaugurato il 7 agosto 1904 sulla cima del monte.

Il tempietto fu distrutto dalla seconda guerra mondiale, ma la comunità ha continuato a ricordarlo con la festa che è ripresa dal 1953, fino a quando, per volontà della famiglia Stefanelli, non è stato ricostruito nel 1967. Purtroppo ripetuti vandalismi e per ultimo anche un fulmine hanno reso inagibile a lungo lo stabile fino alla recente riapertura dovuta alla stessa famiglia e all’impegno della Pro Loco e dei cittadini.

All’inaugurazione erano presenti il sindaco di Monzuno Marco Mastacchi, il sindaco di Monghidoro Alessandro Ferretti, il vicesindaco di San Benedetto Val di Sambro Paola Stefanini, Padre Bruno Scapin e il direttore generale di Emil Banca Daniele Ravaglia.La festa è stata come di consueto allietata dalle musiche della Banda Bignardi diretta dal maestro Alessandro Marchi.

STORIA DEL TEMPIETTO. Terreno di scontri tra partigiani e tedeschi, durante la seconda guerra mondiale, la sua costruzione fu legata alle iniziative di Giovanni Acquaderni, che proposte, nel passaggio tra il XIX e il XX secolo e in occasione del Giubileo, di innalzare sulle principali vette italiane croci monumentali, statue del Redentore o tempietti motivi: 19 in tutto, uno per ogni secolo trascorso dalla redenzione. Oltre alle 19 località prescelte altre se ne aggiunsero per il fervore popolare, e tra queste appunto Monte Venere, che già ospitava un pilastrino con immagini sacre. La prima pietra del piccolo santuario dedicato alla Beate Vergine fu posta il 22 agosto 1900 per volontà del parroco Adeodato Milani, su progetto dell’ingegner Luigi Donini. 4 anni dopo l’inaugurazione alla presenza dell’allora arcivescovo di Bologna cardinale Domenico Svampa, condotto in cima su un carro agricolo trainato dai buoi. I giornali dell’epoca (Avvenire d’Italia, il Resto del Carlino) scrissero che l’occasione sarebbe servita a comporre divergenze e malintesi che dividevano monzunesi e vadesi, con la presenza delle bande di entrambe le frazioni a sancire questa pacificazione.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Monzuno, Monte Venere: riaperto il Santuario distrutto nella seconda guerra mondiale

BolognaToday è in caricamento