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Cronaca

Addio a Lucy Salani, unica transessuale sopravvissuta al lager di Dachau

Bologna le aveva conferito la Turrita per le sue mille vite tutte incredibili raccontate anche in un film. Se ne va una testimone dell'omocausto e delle atrocità dei campi di sterminio

Era la più anziana e l'unica tra le transessuali italiane sopravvissute al lager nazista di Dachau. Lucy Salani se n'è andata a 99 anni, tanti quanto la memoria e le testimonianze che ci ha reso sugli orrori dei campi di sterminio, ma anche sulle scelte che caparbiamente ha fatto e che forse l'hanno tenuta in vita. A luglio dello scorso anno Bologna le aveva conferito la Turrita di bronzo

Come lei stessa affermava, ha vissuto tante vite: bambino, bambina, figlia, soldato e disertore, prigioniero e fuggiasco, lavoratrice, ballerina e prostituta, madre adottiva, amica e amante. E, come ci piace pensare, ha vissuto ed è sopravvissuta così tanti anni proprio per raccontare le atrocità del campo e la troppo scarsa memoria dell'omocausto: "Non potevo neanche immaginare che potesse esistere qualcosa di così atroce" disse in un'intervista "ho conosciuto la fame e l'orrore, le ho provate tutte, la mattina aprivi gli occhi, ti voltavi e vedevi un cadavere". 

Chi era Lucy Salani

Classe 1924, nata a Fossano nel piemontese con il nome di Luciano, è considerata l'unica persona transessuale italiana ad essere sopravvissuta alle persecuzioni. 

Avversata anche dalla famiglia,venne arruolata come artigliera nell'esercito italiano poco prima dell'armistizio. Né è seguita una lunga serie di diserzioni, fughe e vita nell'Italia occupata, prima di essere deportata come soldato disertore in varie località del nord Italia e poi a Dachau.

Finito il secondo conflitto mondiale, Salani è poi rientrata in Italia per lavorare come tappezziera, e negli anni '80 si è trasferita a Bologna, dove è morta. 

La terribile esperienza a Dachau

La diserzione, rifiuti di una fabbrica di birra come cibo, la fame, il freddo. "Rimasi in quel campo sei mesi e il giorno in cui i tedeschi capirono che era finita ci ammucchiarono al centro del campo e iniziarono a sparare. Io fui ferita a una gamba e svenni, mi trovarono gli americani in mezzo ai cadaveri… E così ritornai a casa, in Italia. Quando mia madre mi vide, svenne. Mi credeva morto, fucilato. E quando ci penso ancora oggi non so proprio come ho fatto a sopravvivere a tutto questo. Ancora alcune notti sogno le cose più orrende che ho visto e mi sembra di essere ancora lì dentro e per questo voglio che la gente sappia cosa succedeva nei campi di concentramento perché non accada più", si legge nell’articolo pubblicato per la Giornata della Memoria 2021.

Un film sulla sua incredibile storia 

Il 10 gennaio 2022 nei cinema veniva proiettato "C’è un soffio di vita soltanto", il film di  Matteo Botrugno e Daniele Colucci che racconta Lucy Salani, realizzato quasi interamente durante l’anno della pandemia,

Dalla sua casa ha raccontato la sua incredibile vita. 

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