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Cronaca

Giallo sulla morte del calciatore Gaetano Musella: giocò anche nel Bologna

Trovato su un promontorio ligure senza vita: il calciatore 53enne vestì anche la divisa rossoblù. Ordinata l'autopsia

E' probabilmente un malore, secondo i carabinieri che indagano sul caso, la causa della morte di Gaetano Musella, ex calciatore del Napoli ed ex allenatore della Sanremese, ma anche militante del Bologna. E' stato trovato senza vita intorno alle 13.30 sul promotorio della Capra Zoppa a Finale Ligure (Savona). L'uomo aveva una casa nella zona. Ha trovato il corpo un turista tedesco su un sentiero che porta al promotorio.

COME E' STATO TROVATO. Lo hanno trovato senza pantaloni, in maglietta e con un paio di ciabatte da mare sulla scogliera di Caprazoppa, a Finale Ligure. Gaetano Musella, 53 anni, ex calciatore cresciuto nel Napoli, se ne e' andato così, in modo silenzioso e misterioso, in un luogo che è conosciuto per essere frequentato da coppie gay. Aveva giocato anche nel Bologna dopo le esperienze in Serie A.

MISTERO SULLE CAUSE DELLA MORTE. Nessuno ha visto o udito qualcosa. Lo ha trovato morto un turista tedesco nelle prime ore del pomeriggio. L'uomo ha chiamato subito il 112 e sul posto sono arrivati i carabinieri di Albenga e di Finale. La zona è stata recintata e setacciata, alla ricerca di indizi che potessero far capire cosa ha causato la morte dell'ex bomber che aveva vestito anche la maglia azzurra dell'under 21 (un gol) tra il 1980 e il 1982 e con il Napoli, dove aveva esordito in A a 18 anni, aveva giocato accanto a Ruud Krol. Ma nulla di anomalo o di strano è stato trovato. E nulla sul suo corpo ha trovato il medico legale che ha compiuto una ispezione esterna: nessuna ferita, nessuna ecchimosi che potesse far pensare ad una morte violenza.

IL GIALLO RESTA, ORDINATA L'AUTOPSIA SUL CORPO. Resta il giallo e per risolverlo il magistrato ha ordinato l'autopsia. Il cadavere è stato trasportato all'obitorio del cimitero di Zinola. Di Musella si ricorda la sensibilità del suo piede destro: era un calciatore dotato di estro, fantasia, velocità e buona tecnica di base, tutte doti che metteva maggiormente in evidenza quando veniva schierato sul fronte destro dell'attacco. Dopo l'esperienza napoletana nei primi anni Ottanta (67 presenze e 13 gol), Musella cominciò a girare in lungo e largo l'Italia del pallone, visitando tutte le categorie (Catanzaro, Bologna, Palermo, Empoli, fino ai Dilettanti del Latina con cui chiuse la carriera da giocatore nel 1996 per intraprendere quella di allenatore. La notizia della morte di Musella si è diffusa velocemente ed ha sconvolto anche gli ambienti sportivi del ponente ligure dove era molto conosciuto per aver guidato anche la Sanremese dove nella stagione 2005-2006 aveva allenato anche il figlio Alessandro.

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