E' morto Renato Zangheri: primo cittadino di Bologna per 13 anni
Sindaco dal 1970 al 1983, era succeduto a Guido Fanti. Ricordato come il primo cittadino degli anni di piombo e della strage alla Stazione. Aveva compiuto 90 anni ad aprile
E' morto Renato Zangheri, sindaco di Bologna dal 1970 al 1983, succedento a Guido Fanti, deceduto nel 2012. Aveva festeggiato i suoi 90 anni ad aprile scorso. Ricordato come il primo cittadino degli anni di piombo e della strage alla Stazione.
Nato a Rimini, risiedeva a Imola. Per quattro anni capogruppo del Partito dal 1986 al 1990. Studioso di storia e docente universitario, viene eletto in consigliere comunale a Bologna nel 1956. Poi entra nella giunta di Giuseppe Dozza, come assessore il 24 luglio 1959.
"È' venuto a mancare Renato Zangheri, Sindaco di Bologna dal '70 all'83, grande studioso di storia economica e di socialismo, dirigente del PCI a fianco di Berlinguer" ha commentato il sindaco Virginio Merola - a lui, uomo delle istituzioni, Bologna deve moltissimo per essere diventata modello nella crescita del welfare come motore di giustizia sociale, per aver valorizzato il decentramento come strumento di relazione costante coi cittadini e per aver rappresentato il volto migliore delle istituzioni negli anni del terrorismo, come nel 2 agosto dell'80 quando rappresentò una città ferita e capace immediatamente di reazione, civile nei soccorsi, ferma nella richiesta di giustizia. Alla moglie Claudia e al figlio Renato rivolgo il cordoglio della città di Bologna".
Con Renato Zangheri scompare una figura di intellettuale che ha saputo – nel corso del suo lungo impegno nelle Istituzioni locali e nazionali – creare uno stretto legame tra cultura, sviluppo dei territori e impegno forte a difesa delle Istituzioni stesse, ad esempio contro la violenza stragista che colpì Bologna e l’intero Paese, negli anni in cui fu Sindaco della città".
Lo ha detto Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, ricordando Renato Zangheri, di cui è stata resa nota la scomparsa.
"Ed è proprio questo suo impegno - continua Bonaccini - volto anche a creare buoni basi affinché si affermasse un modello di società coesa, solidale, capace di crescere sotto l’impulso di politiche pubbliche innovative, che continua a rappresentare una testimonianza virtuosa dell’impegno di Zangheri di mettersi al servizio della propria comunità. Orgoglioso delle idee in cui credeva, ma sempre disposto a ragionare e discutere con chi non le condivideva".
"Anche in questi tratti della personalità di Renato Zangheri - conclude il presidente della Regione - c’è molta Emilia-Romagna, ed è a nome dell’intera Regione che esprimo sincero cordoglio per la sua scomparsa e sentimenti di vicinanza ai familiari".
"Esprimo a nome mio personale e dell'Assemblea legislativa regionale le più sentite condoglianze per la scomparsa di Renato Zangheri, ex sindaco di Bologna, ex parlamentare e simbolo di una generazione di politici e amministratori che seppero coniugare la cultura con l'azione politica e amministrativa”. Così la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Simonetta Saliera, dopo la notizia della scomparsa di Renato Zangheri, primo cittadino del capoluogo emiliano-romagnolo dal 1970 al 1983.
“Prima come sindaco di Bologna negli anni tragici dello stragismo e del terrorismo, poi come parlamentare del Partito Comunista Italiano- prosegue Saliera- è stato uno dei costruttori della nostra democrazia repubblicana. Come non dimenticare il suo discorso in occasione dei funerali delle vittime delle strage del 2 agosto 1980? Con la mano del presidente Pertini sulla spalla, nelle sue parole Zangheri seppe tenere ferma la barra di una città che, pur martoriata dalle bombe, non cedeva di una linea rispetto alla difesa della democrazia e della legalità repubblicana. Così come la Bologna di Zangheri attuò in pieno la lettera e lo spirito della Costituzione diventando un modello internazionale in materia di welfare e sana amministrazione. L'esempio di uomini come Renato Zangheri- chiude la presidente dell’Assemblea legislativa- resta indelebile nella memoria quotidiana di ognuno di noi, per fare sempre di più e meglio al servizio delle nostre comunità".
"A nome del Consiglio comunale di Bologna rivolgo le più sentite condoglianze ai familiari per la scomparsa di Renato Zangheri - così in una nota la Presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi - Eletto in Consiglio comunale nel '56, fu poi chiamato in Giunta da Giuseppe Dozza nel 1959 e confermato nel '60 e nel '65. Fu docente universitario, poi sindaco e poi parlamentare e in ogni incarico ricoperto seppe rivendicare la centralità degli Enti locali nella costruzione del Paese, portando Bologna come esempio. Fu simbolo di una città capace di quelle trasformazioni a cui il paese arrivò successivamente, senza pensare Bologna come un'isola o un'eccezione. E' stato il primo assessore alle Istituzioni culturali del Comune di Bologna, artefice del più ampio sviluppo dei servizi sociali, convinto sostenitore delle politiche di decentramento, nel 1982 la sua Giunta affidò un locale pubblico ad un'associazione omosessuale, il Cassero di Porta Saragozza.
Uomo delle istituzioni, seppe tenere unita la città dopo la strage dell'Italicus e del 2 agosto, e nel '77 ricercò costantemente il confronto con gli studenti. Renato Zangheri è stato uomo di grandi visioni. Lo ricorderemo in Consiglio comunale, convocato in seduta solenne, nel trigesimo della sua scomparsa".
"Renato Zangheri è stato un uomo che ha messo la sua grande cultura a disposizione della Politica, quella con la P maiuscola, rendendola migliore proprio perché uomo di cultura. Un "intellettuale organico", si sarebbe detto una volta". Lo ha detto Massimo Mezzetti, assessore regionale alla cultura e alla legalità, ricordando la scomparsa di Renato Zangheri.
"Nel suo lungo cammino è stato punto di riferimento per generazioni di studenti e giovani politici, amministratori, dimostrando come il sapere sia fondamentale per veder prosperare una società equa ed evoluta".
"Anche nei momenti più difficili del suo mandato di sindaco - conclude Mezzetti - come la strage dell'Italicus nel 1974, e la strage alla stazione del 2 agosto 1980, è riuscito a rendere Bologna e l'Emilia Romagna esempi di civiltà e dignità. Anche per questo avremo sempre un debito di riconoscenza nei suoi confronti"
“Ho appreso con grande rammarico e profondo dispiacere la notizia della scomparsa di Renato Zangheri e voglio esprimere il più sentito cordoglio ai suoi familiari da parte mia e di tutto il Partito Democratico dell’Emilia-Romagna - ha scritto il segretario del PD, Paolo Calvano - Per me e per tanti giovani che si sono avvicinati alla politica, Zangheri ha rappresentato un esempio per le sue capacità di amministratore: ha saputo trasformare e innovare le istituzioni, contribuendo in maniera decisiva allo sviluppo della comunità bolognese, senza che nessuno venisse lasciato indietro. Ci ha anche insegnato che l’attività di un buon amministratore non può prescindere dallo studio, dall’approfondimento continuo, dalla sete di cultura, dalla voglia di conoscere e di comprendere e credo che questo sia il messaggio più importante che viene lasciato in eredità alle nuove generazioni. Renato Zangheri ha saputo essere tutto questo negli anni più difficili e dolorosi della storia di Bologna. E' stato un punto di riferimento per i cittadini in cerca di giustizia, un difensore delle istituzioni e della democrazia, una luce negli anni più bui della nostra Repubblica".
"Esprimo dolore per la scomparsa di Renato Zangheri, illustre protagonista di una stagione della democrazia italiana nella quale ancora più di oggi il Paese era dominato dai partiti e soprattutto dalle ideologie. In questo contesto storico, talune scelte di Zangheri, sia da Sindaco sia da capogruppo alla Camera del Pci, apparivano connotate da uno spirito di parte e di forte contrapposizione, prendendo spesso il sopravvento sulle ragioni di politiche condivise. In anni difficili caratterizzati dalle tensioni sociali e dal terrorismo, la sua figura di uomo politico rimane nella memoria di tutti in occasione degli avvenimenti drammatici della strage alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980"+. Lo dichiara il Sen. Luigi Marino, Vicepresidente vicario Gruppo Area Popolare (Ncd-Udc) al Senato.
La Cgil Emilia Romagna esprime cordoglio ai familiari di Renato Zangheri per la scomparsa di "un uomo di grande rettitudine, un esempio di sindaco illuminato e amministratore attento e sensibile, di alta levatura morale, rispettoso dei valori costituzionali e democratici, in anni difficili per la storia di Bologna e dell'Italia intera. Come Cgil, lo ricordiamo anche impegnato studioso dei movimenti sindacali e dei partiti politici e ne vogliamo sottolineare il grande e prezioso contributo fornito alla ricostruzione della memoria e della storia del movimento sindacale. A lui dobbiamo, in particolare, il recupero della documentazione che i “roghi fascisti” tentarono di distruggere nel transito verso la dittatura".
"Un uomo molto importante per Bologna, grande intellettuale e un protagonista vero della sinistra italiana" e oggi "la sua scomparsa ci ricorda gli alti momenti che la nostra citta' ha vissuto, dalla giunta di Giuseppe Dozza, al Consiglio comunale eletto nel 1980, in cui ho avuto l'onore di sedermi". Lo dice Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione Affari esteri del Senato: "Grandi personalità hanno caratterizzato l'Emilia-Romagna, e alla mente me ne vengono di tradizione comunista e democristiana; da Fanti a Imbeni, da Felicori a Millo Rubbi, in un Pantheon ideale su cui dovremmo riflettere con molta attenzione. E' stato un grande 'borghese', che ha lasciato un'impronta forte su Bologna e sui bolognesi".