rotate-mobile
Cronaca Santo Stefano

Movida e assembramenti, Amorevole: "Bisogna creare equilibrio fra esigenze dei locali e dei residenti"

La presidente del quartiere Santo Stefano risponde a comitati e associazioni che denunciano come la zona universitaria, anche e soprattutto nel periodo dell'emergenza sanitaria è luogo di assembramenti pericolosi

Una lettera indirizzata al prefetto, al sindaco, al questore, all'assessore Alberto Aitini e alla presidente del Quartiere Santo Stefano Rosa Amorevole per dire che la zona universitaria, anche e soprattutto nel periodo dell'emergenza sanitaria (qui gli ultimi numeri del Covid-19 aggiornati al 26 maggio 2020), è luogo di assembramenti pericolosi nonchè di spaccio. A scriverla e renderla pubblica un gruppo di residenti componenti di associazioni e comitati quali le associazioni Piazza Verdi e dintorniVia Petroni e dintorni, il Comitato Mascarella Vecchia, Guasto dei Bentivoglio e quello de I Borghigiani. Nelle scorse settimane e, in particolare dalla riapertura dei locali, sono state tante le segnalazioni da Piazza San Francesco e da via del Pratello, dove alcuni locali hanno persino deciso di chiudere. 

Rosa Amorevole, presidente del quartiere che ospita il maggior numero di locali notturni e luoghi di aggregazione della città, commenta le richieste delle associazioni e dei comitati di cittadini che difendono il benessere della loro zona mentre rientra da un sopralluogo della Lunetta Gamberini, una delle aree verdi più frequentate e quindi da monitorare con costanza: "La nostra necessità è quella di tenere in equilibrio le esigenze di tutti: dei residenti e dei commercianti che nei mesi passati sono stati penalizzati dalla prolungata chiusura dell'attività. Per questo ascoltiamo tutti per agire nel modo migliore: è vero non va bene che la città sia vuota, ma non va bene neppure che sia troppo piena. Non c'è un ordine di importanza delle priorità, in cima alla lista c'è semplicemente la vita delle persone". E queste parole arrivano proprio quando da Palazzo d'Accursio giunge la "stretta" del sindaco Merola sulla movida e sulla vendita di alcol da asporto e allo stesso tempo l'apertura ai dehors temporanei e gratuiti

Via Petroni nei TG nazionali: "Non è stato bello vederla come cattivo esempio"

"Capisco che da un lato ci sia il desiderio di tornare a vivere e ad incontrarsi recuperando in qualche modo tutto il tempo perso - prosegue Amorevole - ma siamo tutti intimoriti dalle concentrazione di persone radunate negli stessi posti e intorno ad alcuni locali: il problema esiste e bisogna intervenire. Questo è certo. Si tratta per la maggiore di ragazzi molto giovani e di trentenni, mentre gli universitari sono praticamente spariti visto che le lezioni si possono seguire online. Ho visto la nostra via Petroni nei telegiornali nazionali come esempio di condotta sbagliata e non è stato affatto piacevole. Ascoltiamo quindi quello che ci stanno dicendo questi cittadini consapevoli perchè la rinascita di Bologna va costruita con equilibrio". 

Le proposte dei comitati e delle associazioni

"Abbiamo steso questo documento comune per far sentire più alta la nostra voce alle autorità competenti e proporre provvedimenti concreti e a nostro modo di vedere fattibili e necessari.Sulla situazione dello spaccio di droga nelle nostre zone non occorre spendere molte parole perchè già nota e ora ulteriormente peggiorata - si legge nella lettera firmata dai comitati e dalle associazioni - Anche la situazione della ‘movida’ e dei disagi che crea di notte è ben nota da anni, causa di ripetute proteste dei residenti. Ricordiamo solo che, oltre al rumore e agli schiamazzi insopportabili, da chi ha le finestre sulla strada, che durano fino a ben oltre l’orario di chiusura degli esercizi, è grave anche il tema della libera accessibilità e praticabilità della spazio pubblico nelle ore serali e notturne, a causa degli assembramenti di persone davanti ai locali che rendono impossibile percorrere i portici, costringono a camminare in strada, e rendono problematico anche passare in auto. E a questo si aggiungono anche le frequenti risse fra ubriachi, o alterchi fra tossici e spacciatori. Sappiamo che sono situazioni difficili da governare e non ci aspettiamo nessun intervento risolutivo; ma crediamo che le modalità con cui le Autorità preposte alla sicurezza e all’ordine pubblico gestiscono questi fenomeni siano inadeguate e possano essere migliorate, anche con un più strutturato coinvolgimento dei cittadini e dei gestori dei locali".

I locali e la movida: proposta di un nuovo regolamento per il centro storico

"Nel passato, ante pandemia, sia il Comune per il suo plurimo ruolo (autorizzazioni, igiene pubblica, ecc.), sia, per quello che potevano, i Comitati e Associazioni, hanno cercato di dialogare con i gestori dei locali, di responsabilizzarli nel controllo degli spazi di cui dispongono: quelli privati su cui pagano lauti affitti, quelli pubblici autorizzati (i dehors), su cui pagano un canone modesto, e quelli pubblici di cui usufruiscono di fatto e gratuitamente: i portici e le sedi stradali occupati dai loro clienti. La disponibilità dei gestori è stata variegata, molti di loro hanno promesso buona volontà e cercano di promuove comportamenti corretti. Il Comune ha usato nei loro confronti carota e bastone (incentivi e sanzioni). Ma complessivamente gli esiti del loro ruolo rimangono largamente insufficienti e inefficaci. A questo proposito, lo scorso inverno il Comune ha condotto una lunga discussione sul testo di un nuovo Regolamento degli esercizi per tutto il Centro storico, che doveva prevedere orari di apertura serale più contenuti, allungabili solo a fronte della sottoscrizione di precisi impegni, l’assunzione e impiego di addetti alla sicurezza presso ogni locale, strumenti di controllo sulle emissioni acustiche, ecc. Stavamo aspettando con speranza questo nuovo Regolamento, ma la pandemia lo ha evidentemente ricondotto dentro a un cassetto. Ma oggi con la riapertura dei locali esso è più necessario che mai. Già questi primissimi giorni di apertura, nonostante la popolazione studentesca largamente ridotta, si è visto il formarsi di assembramenti davanti ai locali, non certo delle dimensioni precedenti, ma comunque largamente inaccettabili rispetto alle norme sul distanziamento.

Il Sindaco ha ventilato l’ipotesi di offrire ai locali spazi di dehors più ampi per poter rispettare il distanziamento. Pur apprezzando l’intento del Comune, e pur condividendo appieno l’esigenza che la zona universitaria recuperi la sua vivacità anche serale, in forme compatibili con la salute e il benessere di tutti (avventori e residenti), crediamo che l’ampliamento dei dehors sia un problema reale e in qualche misura affrontabile per i locali ad apertura giornaliera, in particolare quelli che somministrano alimenti, mentre sia un falso problema per i locali ad apertura serale dove solo si beve, i cui clienti risolvono già a modo loro, cioè bevendo in piedi, a capannelli, occupando i portici e la strada, come facevano prima e hanno già ricominciato a fare. Qui il tema è quello di consentire ai residenti e ai passanti di utilizzare in sicurezza la parte di suolo pubblico che si può pensare loro competa: un compromesso potrebbe essere quello di delimitare in qualche modo visibile una fascia di portico o marciapiede prospiciente i portoni di ingresso di case e negozi nella quale sia vietato ai bevitori in piedi di sostare". Prosegue ancora il documento inviato alle Autorità. 

La questione dehors. I comitati: "L'ampliamento non potrà essere applicato ovunque"

"Ciò premesso la possibilità di ampliare i dehors può essere ragionevolmente praticabile per i locali ad apertura giornaliera: non potrà essere applicata ovunque, ma solo in situazioni dove lo spazio ci sia: slarghi, piazzette, spazi pedonalizzabili, non certo in strade strette dove occorre pur passare per raggiungere la propria abitazione o il garage e dove già oggi gli spazi di sosta sono largamente inferiori alle auto dei residenti; a tale proposito è bene ribadire che gli stalli di sosta delimitati da strisce bianchee destinati esclusivamente ai residenti, già notevolmente penalizzati dalle recente riorganizzazione dei parcheggi nella zona universitaria, non possono essere ulteriormente ridotti.

Per i locali che animano la vita notturna si può ragionare solo per quelli i cui gestori assumano quegli impegni precisi che doveva prevedere il nuovo Regolamento: in particolare il servizio di addetti alla sicurezza e al rispetto della quiete pubblica da parte di personale esterno apposito (e non da parte dei camerieri!); e anche in questo caso richiederebbe la capacità effettiva di effettuare controlli costanti e diffusi, ogni sera e per molte ore, cosa di cui ci permettiamo di dubitare.
In definitiva crediamo che sia ancora più urgente oggi approvare il nuovo Regolamento, la firma di convenzioni con i locali virtuosi, e l’estensione dei controlli e delle eventuali sanzioni: in primo luogo agli avventori che non rispettino le norme sul distanziamento e quelle sul clima acustico, ma anche ai gestori che non fanno la loro parte. A tale proposito resta inoltre la proposta già avanzata di istituire un nucleo di polizia urbana specializzato nel controllo e repressione dei disturbi acustici sia dall’interno dei locali che all’esterno, dotato della strumentazione e dei poteri necessari".

Il controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine

"Come abbiamo già detto, consideriamo che un presidio fisso con diversi veicoli ed agenti abbia efficacia limitata a un ristretto intorno, e sposti solo i problemi altrove. Come pure è scarsamente efficace un pattugliamento in auto a velocità ordinaria, che non consente di controllare che cosa avviene all’interno di un portico i cui affacci stradali siano coperti da auto in sosta e da persone sedute nei dehors o che sostano in piedi intorno ad essi. Abbiamo chiesto invece e chiediamo un servizio di ronda da parte di agenti a piedi, che percorrano ciclicamente le vie della zona: Belle Arti, Mascarella, Irnerio (un tratto), del Borgo, Moline, Facchini, Largo Respighi, Piazza Verdi, Petroni. Se, per ragioni che non comprendiamo e non condividiamo, il servizio di pattuglie a piedi non fosse praticabile, chiediamo che venga svolto da pattuglie in auto ma che procedano a passo d’uomo, scendendo ogni volta che vedono capannelli: un servizio che controlli contestualmente il rispetto delle norme sanitarie di distanziamento, quelle di pubblica sicurezza (in particolare lo spaccio) e quelle relative al regolamento dei pubblici esercizi e al clima acustico".

Il ruolo dei Comitati e Associazioni

I Comitati e le Associazioni (che va ricordato non sono aggregati informali, ma organismi dotati di statuto registrato, cariche sociali e codice fiscale), costituiscono antenne significative della situazione delle diverse strade, antenne che le Autorità non utilizzano nella loro potenzialità. Crediamo che i Comitati e le Associazioni possano dare un contributo utile in almeno due modalità: a) come interlocutori da ascoltare e portatori di idee quando si elaborano politiche attinenti il funzionamento di questa parte della città o progetti attinenti l’assetto e l’uso dello spazio pubblico; b) come fonte di informazione strutturata. Le persone attive nei diversi comitati di strada costituiscono una fonte diffusa di segnalazioni di episodi e di situazioni. Ma le loro segnalazioni, in quanto prive di canali strutturati, prendono per lo più la forma di un chiacchiericcio inutile all’interno dei comitati stessi; a volte in forma episodica e non organica arrivano alla Questura o all’Assessore trasformandosi nell’invio, anch’esso episodico, di una pattuglia per un controllo. Perché le segnalazioni fornite dai cittadini possano diventare, per chi svolge il compito istituzionale di controllo del territorio, una “fonte strutturata” d’informazione trasformabile nel tempo in una banca dati utilizzabile dalle diverse autorità, occorre che venga delineato e costruito un format di funzionamento della struttura di comunicazione,che salti passaggi inutili, e che serva contestualmente sia la Questura che il Comune. Si può decidere quali informazioni siano utili e necessarie e quali no; si può decidere di utilizzare l’app Youpol o altro, si può decidere che serva un filtro fra l’intera platea dei cittadini e le Autorità nella forma di referenti dei singoli comitati e associazioni che selezionino le segnalazioni. Non compete a noi entrare ulteriormente nel merito, ma segnaliamo con forza questa che ci sembra un’esigenza e insieme un’opportunità" la conclusione del documento. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Movida e assembramenti, Amorevole: "Bisogna creare equilibrio fra esigenze dei locali e dei residenti"

BolognaToday è in caricamento