Museo Morandi, fallisce la mediazione: verso la causa civile
Nel secondo round del tentativo di conciliazione, tenutosi ieri, "il mediatore Umberto Tosi ha infatti verificato l'inconciliabilità delle posizioni"
Saranno i giudici a dover decidere sulla collocazione delle opere di Giorgio Morandi, al centro di una querelle tra il Comune di Bologna, che vuole lasciarle al Mambo, e il Comitato per il ripristino del Museo Morandi a Palazzo D'Accursio, guidato dalla presidente bolognese di Ape-Confedilizia, Elisabetta Brunelli.
Nel secondo round del tentativo di conciliazione, tenutosi oggi, "il mediatore Umberto Tosi ha infatti verificato l'inconciliabilità delle posizioni", spiega il presidente di Bologna Musei Roberto Grandi, che rappresentava il Comune assieme all'avvocato Luigi Balestra.
Visto l'esito negativo del tentativo di conciliazione, ora l'amministrazione dovrà far fronte non solo alla causa civile annunciata da tempo da Brunelli, ma potrebbe anche doversi difendere davanti ai giudici della Corte dei conti. Al termine dell'incontro, infatti, la presidente di Confedilizia annuncia, parlando alla 'Dire', che presenterà un esposto alla magistratura contabile, "perché- spiega- c'è un danno erariale causato dal mancato utilizzo delle sale del Comune che fino al 2012 ospitavano il Museo, e che dopo il terremoto sono state falsamente dichiarate inagibili", senza contare "i mancati introiti delle visite al Museo".
Il bersaglio principale di Brunelli è il sindaco Virginio Merola, che "assieme a Grandi è voluto arrivare allo scontro, quasi fosse una partita di calcio. Peccato- aggiunge- perché questa poteva essere una vittoria per tutti, ma noi andremo avanti, perché è certo che quelle opere debbano stare a Palazzo D'Accursio", cosi' come "è certo che i politici non possono usare i beni di tutti per i loro interessi". Di parere opposto Grandi, secondo cui "noi abbiamo proposto un progetto culturale, mentre il Comitato ha chiarito che il suo unico obiettivo è riportare le opere in Comune". (Dire)
