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Cronaca

Narcotraffico e riciclaggio in immobili: la 'ndrangheta è in Emilia

Al centro dell'indagine due boss legati alla cosca calabrese dei Mancuso: scatta un arresto e 23 professionisti emiliani sono indagati. Il denaro finiva in alberghi, ville di lusso e agenzie immobiliari

Ammonta a 10 milioni di euro il valore dei beni sequestrati dalla Squadra mobile di Bologna nell’indagine condotta intorno al giro di narcotraffico legato all’ndrangheta calabrese. 25 sono le persone indagate, con l’accusa di trasferimento di denaro fraudolento.

IL GIRO DELLA COSCA- L’organizzazione narcotrafficante riciclava il denaro proveniente dai loro traffici illeciti acquistando attività commerciali e immobili sul territorio per poi intestarli a prestanome incensurati. Dietro queste insospettabili “teste di legno” c’erano due vecchie conoscenze delle forze dell’ordine, entrambi originari di San Calogero (Vibo Valentia), risultati connessi al clan calabrese dei Mancuso.

Nel giro, oltre ai due uomini individuati dalle indagini, risulterebbero coinvolte altre 23 persone, tutti professionisti emiliani, che avrebbero supportato il giro losco dietro remunerazione e chiudendo un occhio sulla provenienza del denaro.

I BENI SEQUESTRATI - L’operazione, rinominata “Golden Jail”, ha individuato così il canale attraverso il quale la cosca Mancuso operava al nord. Durante una conferenza stampa le forze dell’ordine hanno fatto sapere che sono stati messi sotto sequestro preventivo i beni riconducibili ai narcotrafficanti, il cui valore ammonta a 10 mln di euro. Le proprietà confiscate comprendono un hotel di Granarolo, (che da solo ha un valore di 6 mln e mezzo di euro) e due ville lussuose - una a San Marino e l’altra a Bentivoglio - e alcune agenzie immobiliari, attraverso le quali il clan intendeva immobilizzare il mercato immobiliare bolognese.

INTERVENTO PD  - Commenti inseguito al sequestro milionario ai danni della criminalità organizzata arrivando dalle fila del PD, da cui si alza la voce del candidato sindaco che ha dichiarato “Bisogna alzare la guardia contro la mafia perché è arrivata anche al Nord”. Virginio Merola non ha perso poi l’occasione per scagliare una frecciatina contro il rivale leghista, Manes Bernardini, che con lui si contende la poltrona di palazzo D’Accursio. “La mafia – continua il pdessino – è anche in quei comuni dove gli esponenti della Lega nord governano lanciando proclami sulla sicurezza; la stessa Lega che a Roma, però, taglia i fondi alle Forze dell’ordine”. Merola ha proposto “la mafia si presenta in doppio petto, per questo dobbiamo avere un’attenzione ancora più forte al controllo degli appalti e diffondere una conoscenza della cultura mafiosa, per prevenirla e combatterla”. Il candidato del centrosinistra infine ha lanciato la proposta di “istituire una giornata per ricordare le vittime della mafia, come propone Libera”.
 

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