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Cronaca

"Un bolognese su quattro non farà regali di Natale"

Della tredicesima solo una piccola parte sarà destinata ai regali, mentre il grosso se ne andrà per spese per la casa, tasse e bollette

Un bolognese su quattro non farà regali a Natale, e chi lo farà per lo più sceglierà cibo. È il quadro che dipinge oggi Confcommercio Emilia-Romagna, ripreso dalla Dire. Il 26% non farà acquisti preferendo risparmiare, ed evitare incontri per lo scambio dei regali, oppure per via del peggioramento della propria condizione economica. Per contro, il 74% degli emiliano-romagnoli si è dedicato alle compere natalizie, in linea con il trend dello scorso anno e contro un 86,9% del Natale pre-Covid.

La tredicesima (per chi ce l'ha) in fumo per le bollette e i rincari

Della tredicesima solo una piccola parte sarà destinata ai regali, mentre il grosso se ne andrà per spese per la casa, tasse e bollette. Tra chi ha deciso di mettere qualcosa sotto all'albero, i prodotti alimentari si confermano al primo posto (75,2%) seguiti da libri (55%) e giocattoli (54,4%), categorie tutte in crescita rispetto all'anno scorso. Procedono "bene" anche i capi di abbigliamento (42%), seppur in leggero calo rispetto al 2020. Aumentano i consumatori che hanno deciso di spendere meno di 300 euro (sono il 97% del campione a fronte del 94,2% dello scorso anno) e diminuisce dal 5,8% al 3% la quota di chi spenderà oltre 300 euro.

Sono risultati che "confermano l'attuale incertezza", evidenzia Confcommercio, il cui presidente regionale Enrico Postacchini puntualizza: "Per questo Natale sono in aumento le vendite, anche se è diminuito l'importo medio della spesa. È crescente l'interesse per le proposte dei negozi di vicinato, mentre le vendite via internet perdono qualche punto percentuale dopo la forte crescita registrata in piena pandemia". Aggiunge Postacchini: "Il 2022 è stato un anno di grande speranza di ripartenza per il terziario di mercato, che ha effettivamente recuperato nonostante la forza della ripresa in questi ultimi mesi sia andata via via riducendosi, anche per effetto della contrazione del reddito reale disponibile dei consumatori". Alcuni settori come la moda, conclude Postacchini, rimangono "ancora lontani" dai livelli pre-pandemia, sempre a causa di crisi energetica e inflazione.

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