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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Aldini-Valeriani: oggi si ricordano Efrem Benati ed Emilio Bussolari, fucilati a Sabbiuno

Erano uno studente e un bidello dell'Istituto, per ordine di Hitler furono fucilati a Sabbiuno: oggi il ricordo e la commemorazione

Oggi, 4 dicembre, saranno ricordati lo studente ed il bidello dell'istituto Aldini rastrellati dai nazifascisti il 5 dicembre 1944, poi fucilati a Sabbiuno, sui colli bolognesi: studenti e docenti presso il Teatro Trentini, al'interno della scuola, celebreranno la ricorrenza. 

Da recenti ricerche è emerso anche il nome di uno studente di 15 anni, colpito da mitragliamento aereo nel marzo 1944. Il desiderio, nel loro ricordo, sarà quello di chiedere pace, libertà, democrazia per tutti. Saranno distribuiti ai presenti, da mettere uniti sul bavero della giacca, i tricolori italiano e francese, in solidarietà con le vittime di Parigi. In apertura verrà proiettato e poi commentato e discusso il film documentario di Danilo Caracciolo e Roberto Montanari "Caserme Rosse, il lager di Bologna". Saranno presenti testimoni di Caserme Rosse e della deportazione nei Lager tedeschi. 

Si terminerà alle ore 12,00 circa con la deposizione di una corona di alloro al cippo nel piazzale dell'Aldini che ricorda i caduti. Una seconda corona di alloro sarà portata da una delegazione in piazza dell'Unità, luogo della Battaglia partigiana della Bolognina, per posare di nuovo alle ore 12,15 circa la corona recentemente oggetto di atto di vandalismo (il vandalismo è ricorrente contro il marmo e i suoi allori, ed è -a volte- distruttivo)

EFREM BENATI ED EMILIO BUSSOLARI: STUDENTE E BIDELLO DELL’ISTITUTO ALDINI-VALERIANI DI BOLOGNA, FUCILATI A SABBIUNO “NOTTE E NEBBIA” UN ORDINE DI HITLER CONTRO I PARTIGIANI. Dei fucilati di Sabbiuno di Paderno esistono due elenchi dell’epoca. L’elenco di Agostino Fortunati, ex capo dell’Ufficio Politico della Questura di Bologna, che comprende 47 nomi e l’elenco registrato al cimitero della Certosa di Bologna, comprendente 58 nomi di fucilati a Sabbiuno. Entrambi gli elenchi comprendono i nomi di Efrem Benati e di Emilio Bussolari.

Efrem Benati, nome di battaglia “Gianni”, da Anello e Rosa Ferranti; nato il 23 gennaio 1926 a S. Giovanni in Persiceto. Nel 1943 residente ad Anzola Emilia. Studente. Militò nel battaglione Tarzan della 7a Brigata GAP Gianni Garibaldi ed operò ad Anzola Emilia. Rastrellato il 5 dicembre 1944 venne fucilato a Sabbiuno di Paderno (Bologna) il 23 dicembre 1944. Riconosciuto partigiano dal 10 giugno 1944 al 23 dicembre 1944.

Emilio Bussolari, nome di battaglia “Tonino”, da Augusto ed Adelaide Trombetti; nato il 24 maggio 1915 a Bologna; ivi residente nel 1943. Bidello. Prestò servizio militare a Trieste in fanteria dal 9 agosto 1942 all’8 settembre 1943. Militò nel battaglione Tarzan della 7a brigata Gianni Garibaldi ed operò ad Anzola Emilia. Svolse le funzioni di commissario politico. Rastrellato il 5 dicembre 1944 venne fucilato a Sabbiuno di Paderno (Bologna) il 14 dicembre 1944. Riconosciuto partigiano dal 10 settembre 1943 al 14 dicembre 1944.

Nel libro di Alberto Preti “Sabbiuno di Paderno - dicembre 1944”, troviamo, ripreso da “La soluzione Finale” di Arno J. Mayer e dallo storico tedesco contemporaneo Lutz Klinkhammer nel suo testo “L’amministrazione tedesca di Bologna” che -nella sintesi operata da Preti- ci informano che:“La Germania nazista aveva emanato per tempo -fin dall’arresto dell’avanzata tedesca in Russia, alla fine del 1941- le direttive di massima per la guerra antipartigiana. Nel decreto “Notte e Nebbia”, il generale Keitel, capo del comando supremo di Hitler ed interprete degli ordini del Furher, aveva scritto: “un’opera efficace e duratura di repressione esige la pena di morte o misure tali che i parenti e la popolazione in generale rimangano nell’incertezza circa la sorte dei trasgressori”, il che significava “giustiziare su due piedi i colpevoli od almeno i loro capi, oppure deportarli in Germania, senza dare spiegazione ai loro parenti.

Questa direttiva, tradotta in pratica in tutta l’Europa occupata nel corso del 1942, viene applicata anche in Italia, a partire dall’8 settembre del 1943, ma qui le cose furono complicate dal particolare status di “alleato occupato”, proprio della “Repubblica di Salò”, e dall’intrecciarsi di poteri e di organismi diversi, militari e civili, con differenti concezioni dell’amministrazione, del controllo e dello sfruttamento di questo territorio e delle sue risorse. In ogni caso, dopo la sospensione delle deportazioni indiscriminate [vedi i 35000 rastrellati delle Caserme Rosse dal maggio al 12 ottobre 1944], attuate in special modo nel retrofronte della Linea a Gotica, ordinata da Von Vietinghoff, successore di Kesserling nel comando delle armate operanti in Italia, anche dopo l’ottobre 1944, partendo da più punti della città di Bologna, come la Beverara, viale Aldini, il carcere di S. Giovanni in Monte continuarono ad essere deportate in Germania per il lavoro coatto le “persone ritenute colpevoli di avere aiutato i partigiani o di avere simpatizzato con loro”. In questo clima repressivo avvennero le fucilazioni di Sabbiuno. (Comitato Unitario Democratico ed Antifascista della Bolognina e del Navile di Bologna)

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