Liquido nero per imbrattare il Nettuno, blitz ambientalista sventato
A fermare il blitz ambientalista è stata la Digos che ha denunciato sei attivisti di "Ultima Generazione", il gruppo di ecologisti noto per diverse azioni dimostrative su importanti monumenti o opere d'arte
Sono stati sorpresi con quattro taniche contenenti liquido scuro, pronto per essere probabilmente usato per imbrattare la fontana del Nettuno in segno di protesta.
A fermare il blitz, di stampo ambientalista, è stata la Digos che ha denunciato sei attivisti di "Ultima Generazione", il gruppo di ecologisti noto per diverse azioni dimostrative su importanti monumenti o opere d'arte. Secondo quanto accertato, l'azione sulla fontana del Nettuno era stata programmata per ieri mattina, ma intorno alle ore 11,30, le pattuglie hanno intercettato il gruppo in piazza Minghetti che si è diretto separatamente verso piazza Maggiore, anche per non destare sospetti.
Sono stati fermato dagli agenti della Digos con striscioni e quattro taniche contenenti un liquido di colore scuro. Tra il materiale sequestrato, fa sapere la Questura, anche diversi telefoni cellulari che gli attivisti utilizzerebbero per documentare il blitz e quindi postarlo sui social.
I sei fermati sono stati denunciati, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Bologna per il reato di tentato danneggiamento aggravato in concorso. Per alcuni di essi, provenienti da fuori Bologna, sono al vaglio misure di prevenzione, tra cui il foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno a Bologna.
Un precedente simile era stato registrato a dicembre, quando cinque attivisti del movimento avevano messo in scena un blitz di protesta contro la crisi climatica alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, in via Belle Arti.
Cosa chiede Ultima Generazione
Un "Fondo riparazione" ovvero 20 miliardi di euro sempre pronti per ripagare i danni da calamità ed eventi climatici estremi: "Vogliamo che tutte le persone che vedono le proprie strade, le proprie case, i propri raccolti devastati da alluvioni, grandinate, gelate fuori stagione, siccità anomala vengano ripagate di ciò che hanno perso immediatamente" si legge nel loro manifesto "vogliamo che questi soldi siano sempre presenti e pronti all’uso. Se cinque miliardi escono, cinque rientrano, entro un mese. Vogliamo che siano istituiti processi partecipativi così le comunità affette da disastri climatici possano dire come vorrebbero vedere utilizzati gli aiuti economici dallo stato.
Vogliamo che ci siano processi rapidi e veloci per riparare i territori e non che i soldi vengano perduti nella macchina infernale della burocrazia italiana. Inoltre vogliamo che tali fondi vengano ottenuti livellando le ingiustizie sociali: extra-profitti delle industrie fossili, taglio totale dei sussidi pubblici ai combustibili fossili, taglio degli stipendi dei manager delle industri energivore partecipate dallo stato, taglio degli stipendi della classe politica, taglio delle spese militari".