Nettuno d'Oro al compositore e pianista Ezio Bosso
Per il generoso contributo dato alla nostra Università - sua la composizione dedicata alla Magna Charta - ed alla città di Bologna, l'Amministrazione vuole così rendere omaggio a questo straordinario artista. Una vita passata a comporre, dirigere, suonare il piano. La Sla che lo ha colpito alcuni anni fa non è riuscita a fermarlo
Ad Ezio Bosso, compositore, pianista e direttore d’ orchestra di fama internazionale, la città di Bologna ha deciso di conferire il Nettuno D'oro. La cerimonia avverrà sabato 7 novembre alle 17.30, in Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio, alla presenza del sindaco di Bologna, Virginio Merola. Al termine della cerimonia il maestro eseguirà alcuni brani al pianoforte.
Bosso è stato scelto dall’Università di Bologna per comporre e dirigere una composizione dedicata alla Magna Charta dell’Università che contiene il primo inno ufficiale di questa importante istituzione mondiale.
Il primo obiettivo di questo geniale artista, è quello di stabilire una comunicazione con chi ascolta, di esprimersi in un linguaggio accessibile. L’ idea principale alla base del suo lavoro è l’ essere umano. Si considera uno strumento della musica, laddove l’ esperienza musicale è esperienza umana, che esplora per essere un uomo migliore. Ciò che gli sta a cuore è “l’interscambio tra chi ascolta e chi suona; entrambi, ascoltatori ed esecutori, sono per me musicisti con funzioni diverse. E la musica diventa colloquio. La musica ci insegna la cosa più importante: ad ascoltare e ad ascoltarci l'un altro".
"Per questo suo importante messaggio - si legge nelle motivazioni del conferimento - ed il generoso contributo dato alla nostra Università ed alla città di Bologna, l'Amministrazione comunale gli è grata ed il Sindaco gli conferisce il Nettuno d'Oro".
“L'incidente", la Sla che lo ha colpito alcuni anni fa non è riuscita a fermarlo. Ha combattuto la sua battaglia contro la malattia che lo ha sigillato nel suo corpo, nel buio e nell’immobilità, interrompendo dolorosamente la sua vita. E' riuscito con coraggio ad uscire dal tunnel, trovando un sé stesso prima sconosciuto. La malattia a volte lo tiene lontano dal pianoforte ma non lo spaventa, non è la sua identità. Ha cambiato i suoi ritmi, la sua vita, ma non ha paura che gli tolga la musica, perché lo ha già fatto. “La cosa peggiore che possa fare è tenermi fermo. Ogni giorno che c'è, c'è. E il passato va lasciato a qualcun altro".
Una vita passata a comporre, dirigere, suonare il piano. Paragonato a Philip Glass e Michael Nyman, preferisce non fare confronti, ed elegge Beethoven a padre artistico perché gli ha insegnato ad essere un uomo libero. Enfant prodige, Ezio Bosso ha cominciato lo studio della musica a quattro anni con una prozia pianista. Si forma poi a Vienna, sotto la guida di Streicher e Österreicher e Schölckner. Il suo stile cellulare e la sua ricerca sinestetica, il suo approfondito lavoro sugli strumenti ad arco e la agogica, così come il suo avvicinarsi a diversi linguaggi musicali, e la sua ricerca sul concetto di musica empatica sono riconosciuti da pubblico e critica in tutto il mondo.
Due musicisti convivono in Bosso: il compositore e l'interprete. "Scrivo perché interpreto, interpreto perché scrivo. E affronto la mia musica come se non fosse mia. Affronto come interprete il compositore. Il tempo è un pozzo nero. E la magia che abbiamo in mano noi musicisti è quella di stare nel tempo, di dilatare il tempo, di rubare il tempo. E la musica, tra le tante cose belle che offre, ha la caratteristica di essere non un prodotto commerciale, ma tempo condiviso. E quindi in questo senso il tempo come noi lo intendiamo non esiste più".
Sia come solista, che come direttore o in formazioni da camera si è esibito nelle più importanti stagioni concertistiche internazionali: come Royal Festival Hall, Southbank Center London, Sydney Opera House, Palacio de las Bellas Artes di Mexico city, Teatro Colon di Buenos Aires, Carnegie Hall NYC, Teatro Regio di Torino, Houston Symphony, Auditorium Parco della Musica Roma. Vincitore di importanti riconoscimenti, come il Green Room Award in Australia (unico non australiano a vincerlo) o il Syracuse NY Award in America, la sua musica viene richiesta nella danza dai più importanti coreografi come Christopher Wheeldon, Edwaard Lliang o Rafael Bonchela, nel teatro da registi come James Thierrèe. Nel cinema ha collaborato con registi di fama internazionale scrivendo le colonne sonore di diversi film. Per Salvatores ha composto la famosa e innovativa colonna sonora per quartetto d'archi del film “Io non ho paura”.
Vive a Londra, dove è stato direttore stabile e artistico dell’ unica orchestra d’ archi di grande numero inglese: The London Strings. Nel 2014 ha debuttato con la sua "Fantasia per Violino e Orchestra" alla testa della London Symphony Orchestra con Sergey Krylov al violino solista.
Nel 2015 The Arts News Paper e Penelope Curtis (direttore di Tate Britain) hanno definito il suo concerto alla Ikon Gallery all'interno dell'opera 3 Drawing Rooms del suo amico fraterno David Tremlett l’ evento artistico dell’ anno del Regno Unito.