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Cronaca

Il 2011 tutto d’un fiato: fatti e misfatti dell’anno che se ne va

Dalla morte del piccolo Devid, alle gemelline siamesi, passando per i numerosi annegamenti nel Reno. E ancora le agitazioni degli Indignati, gli effetti devastanti della crisi, lo scandalo dei Pass Invalidi, fino alle elezioni e l'affaire Civis

Il 2011 scivola via, lasciandosi alle spalle le sue pagine di cronaca, dense di fatti che qualche volta hanno inorgoglito e dato speranza, più spesso, purtroppo, amareggiato, offeso e raccapricciato i bolognesi. Dalla sconcertante morte del piccolo Devid, all’intricato omicidio Procopio di San Lazzaro. Dal triste epilogo delle gemelline siamesi nate al Sant’Orsola, ai tragici annegamenti nel Reno, che ha scippato via quattro vite, una dietro l’altra, nel giro di un’estate. Poi altri addii commossi, quelli a personaggi noti, cui Bologna era affezionata: come Giorgio Celli, Nilla Pizzi e Luciano Bovicelli. E ancora le continue agitazioni degli Indignati, gli effetti devastanti della crisi che ha colpito tanti, tantissimi lavoratori e spinto sull’orlo del baratro alcune aziende simbolo della città. Passando dallo scandalo dei Pass Invalidi, alle elezioni e l’insediamento del nuovo sindaco dopo un lungo periodo di commissariamento, per concludere con l’affaire Civis e la lunga sfilza di indagati che si è portato dietro, in testa l’ex sindaco Giorgio Guazzaloca.
Il nostro vuole essere solo un piccolo sunto di quanto ci ha più colpito nei 12 mesi che ci lasciamo alle spalle, con la convinzione che ricordando il passato si possa costruire un futuro più consapevole e, forse, migliore. Ma anche con la speranza che il prossimo 31 dicembre, nel rogo del Vecchione, si possano incenerire anche gli antichi rancori e dispiaceri per lasciare spazio ad una città più ottimista e propositiva. Questo l’augurio per la nostra Bologna e per tutti voi da parte della Redazione di Bologna Today.

IL PICCOLO DEVID. L’anno che se ne va si apre con una tragedia che ha commosso e soprattutto lasciato sgomenta Bologna, che ancora si interroga su come oggi, in una città come la nostra, sia possibile che un bambino muoia di freddo. E’ quanto accaduto al piccolo Devid Berghi, di 23 giorni appena, stroncato da una polmonite, buscata perché vissuto all’agghiaccio. Lui, insieme al gemellino e alla sorella di 3 anni e mezzo, senza un tetto sulla testa a ripararli dalle intemperie. Della sua morte dovranno rispondere ora i genitori e due assistenti sociali, accusati di omicidio colposo. Al papà e alla mamma viene contestata la negligenza, l’imprudenza e l’ imperizia; alle operatrici sociali di aver sottovalutato le condizioni disagiate della famiglia che, con tre bambini viveva in strada in pieno inverno. L’Assessore al Welfare Amelia Frascaroli, intervenuta sul caso, aveva sottolineato:" Le colpe non possono ricadere sugli operatori…è il sistema intero ad avere bisogno di una profonda revisione". In attesa che la giustizia faccia il suo corso, resta il peso, pesante come un macigno, di una morte comunque assurda oggigiorno. Sia che si tratti di negligenza, leggerezza o di sistemi che fanno acqua.
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LE GEMELLINE SIAMESI. Il triste destino di altre due neonate ha tenuto con il fiato sospeso tutto lo Stivale. Sono Rebecca e Lucia, le gemelline siamesi nate tra le corsie del Sant’Orsola. Due corpicini, un solo cuore. Organi fusi e una manciata di etti appena, così sono venute alla luce lo scorso luglio, per volere dei genitori consapevoli delle difficoltà e del calvario cui sarebbero potuti andare incontro. Ed il calvario è stato atroce e lungo: le due piccine nonostante le menomazioni hanno mostrato una forza enorme, che le ha tenute strette alla vita per oltre due mesi. Dividerle, forse avrebbe potuto regalare una chance di sopravvivenza ad una delle due. Caso di scienza e di coscienza, intorno alla vicenda tutti si sono pronunciati: dalla Chiesa alla gente comune, divisa tra chi parlava di “coraggiosa scelta dei genitori” e chi non ci stava "alla vita a tutti i costi". Fino al Comitato di Bioetica dell’Università, che non voleva la separazione. Mentre l’Italia si abbandonava alle varie elucubrazioni, le gemelline continuavano a lottare. Poi però la situazione è precipitata, velocemente, senza possibilità di intervento. Le due piccole sono volate via, una sera di inizio settembre. Insieme, unite. Così come erano venute al mondo circa 60 giorni prima.

ANNEGAMENTI RENO. Un’estate, quella bolognese, incupita da una serie di terribili sciagure, che si sono susseguite, una dietro l’altra, sulle sponde del Reno. Insidioso, probabilmente più di quanto si pensi, il fiume che attraversa il capoluogo felsineo nel giro di pochi mesi ha fagocitato quattro vite. L’ultima vittima delle acque fu un operaio marocchino di 43 anni, risucchiato da un gorgo mentre faceva un bagno. Stessa tragica sorte toccò ad un 36enne romeno, affogato in luglio a Sperticano di Marzabotto mentre  festeggiava la vigilia del suo compleanno insieme ad alcuni connazionali.
Infine Mohammad e Ahmed, 29 e 17 anni. Due giovani pakistani, due amici, affogati lo scorso giugno a Lido di Casalecchio, nei pressi della "chiusa" del fiume. Una storia che parla di amicizia, coraggio, generosità. Uno morto per salvare l’altro. Ahmed, il più giovane, era scivolato accidentalmente, finendo in acqua. Ha iniziato ad agitarsi e chiamava aiuto. Mohammad non ha esitato un attimo a soccorrerlo, si è sporto per afferrarlo e trarlo in salvo ma a sua volta è caduto nell’acqua. Insieme sono stati trascinati via dalla corrente e risucchiati sul fondo senza più riuscire a tornare in superficie.procopio_2_original-2

OMICIDIO SAN LAZZARO. Dai dati divulgati dal Prefetto Tranfaglia emerge una Bologna insicura, che conta reati in aumento, con un boom di furti e omicidi nel 2011. Tra questi ultimi ci ha colpito l’assassinio del pensionato Antonio Procopio, avvenuto nella tranquilla San Lazzaro di Savena, in via Orlandi, lo scorso marzo. Un omicidio meschino, oltre che cruento. L’autore dell’aggressione, infatti, per depistare le indagini, dopo aver colpito a morte l’uomo ha appiccato un incendio. Tentando così di simulare un incidente. Tesi assunta per buona dagli investigatori, ma solo inizialmente. Ben presto, infatti, sono emersi dubbi circa la causa accidentale del decesso. Eppure il 75enne veniva descritto come una persona tranquilla, senza nemici. Chi, quindi, poteva aver voluto la sua morte? Le piste aperte dagli inquirenti portano a due condomini, padre e figlio, di origini albanesi. Finiscono in carcere, poi il genitore viene rilasciato per insufficienza di prove, mentre il figlio rimasto in galera continua a negare la propria responsabilità. Vano anche il monito del parroco del luogo, che dall’altare sprona chi sa a parlare, far luce, pentirsi. Per assicurare alla giustizia il colpevole, bisogna attendere qualche mese ancora. Poi a settembre la risoluzione del rompicapo, che porta là dove si erano avviate le indagini. Su sua stessa ammissione, il giovane vicino di Procopio dalla Dozza ritratta e confessa: “Sono stato io. Mi accusò di furto e minacciò di denunciarmi. Ho perso la testa".  Prima colpito ripetutamente a mani nude, poi strozzato con un piede premuto sul collo: così il 75enne è stato ammazzato dal suo dirimpettaio.

Elezioni Bologna: Merola sindaco- Festa Pd in piazza Maggiore


ELEZIONI. Il 2011 è stato anche l’anno del ritorno alle urne per i bolognesi, che orfani a lungo del suo primo cittadino erano stati affidati ad Anna Maria Cancellieri, oggi neo ministro dell’Interno su chiamata del Premier Monti. E’ maggio quando il commissario prefettizio cede le redini della città, ancora un po’ intontita dopo lo scandalo Delbono, a Virginio Merola, eletto sindaco al primo turno. E’ solo per una manciata di voti, però, che il candidato del Pd, la spunta su un centrodestra arrivato alle elezioni assai frammentato. Il Pdl, maggior partito all’opposizione, non riesce neppure a mettersi d’accordo su un nome da proporre per la corsa a Palazzo d’Accursio. Ripiega, in battuta finale, su Manes Bernardini, uomo della Lega Nord.
‘Se tutto vi va bene io non vado bene”, questo lo slogan-tormentone che ha riempito la campagna elettorale del sindaco Merola, quasi alla stregua della svolta ecologica che sogna per la città. Chiave di volta, in questo senso, la pedonalizzazione massiccia del centro storico. Esperimento già avviato attraverso i T-days, tanto apprezzati dai cittadini, quanto invisi ai commercianti, che vi leggono una minaccia per la loro attività. Ma gli esercenti imbufaliti non sono l’unica ‘gatta da pelare’, il sindaco è ora alle prese con le pesanti accuse sui presunti concorsi pilotati’ in Comune e le nomine irregolari. Il j-accuse arriva dell’ex assessore Antonio Amorosi: partono querele, l’opposizione incalza. Primo scossone: le dimissioni del capo di Gabinetto, Marco Lombardelli. Ma la partita è ancora aperta. Siamo solo nel primo semestre di mandato.

TDAYS, 17 settembre 2011: Fotogallery


T-Days 3 dicembre 2011



FALSI INVALIDI. Sdegno sotto le Due Torri quando ad aprile si insinua il sospetto che la città sarebbe piena di falsi invalidi, muniti di pass auto che permettono loro di scorrazzare in zona traffico limitato e rubare parcheggi a chi, invece, da handicap è realmente affetto. Scatta un’inchiesta della Procura, emergono casi in cui i contrassegni H sono stati assegnati impropriamente e dietro mazzette, finiscono al centro operatori incaricati del rilascio dei talloncini e si arriva pure a qualche licenziamento. Lo sbigottimento monta ancora più forte quando l’indagine arriva al Bologna Calcio. Una lunga lista di glorie sportive Rossoblu viene trovata in difetto, primo fra tutti il bomber Marco Di Vaio. Infuria la bufera, l’attaccante viene prima ‘insignito’ del Tapiro d’oro da Striscia la Notizia, poi con il capo cosparso di cenere fa outing e riconsegna il Nettuno, alto simbolo di riconoscimento che Bologna riserva ai suoi cittadini più meritevoli. Questo non era evidentemente il suo caso, ammette Di Vaio, trovando in parte riscatto. L’odiosa faccenda arriva se non altro a scuotere l’amministrazione, che ha infine messo in pista nuovi provvedimenti circa il rilascio dei pass. E questa volta, promette, saranno a prova di ‘furbetti’.  
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CIVIS. Poi il capitolo della politica si arricchisce della stroncatura del Civis, arrivata dopo 6 anni dall’avvio del progetto, tanti soldi pubblici investiti e mesi passati tra le lamentele dei cittadini per i cantieri aperti in mezza città. ‘Il Civis è insicuro’, infine così stabilisce la Commissione di Sicurezza, istituita dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Sale la rabbia nei cittadini, che si domandano: ‘Chi pagherà ora?". E mentre l’amministrazione comunale assicura che il ‘denaro investito non andrà perso’, Merola spera in ‘un filobus che lo rimpiazzi. Intanto il contestatissimo tram su gomma aveva portato all’apertura di un fascicolo in Procura. Nel fango tanti nomi, tra cui quello dell’ex sindaco Giorgio Guazzaloca, indagato per corruzione: il casus belli un incarico da 100.000 euro come contropartita dell'aggiudicazione dell'appalto. Ad infoltire la schiera degli indagati pure 4 legali rappresentanti di Irisbus (società appaltatrice), avvisi di garanzia per dirigenti Atc e il presidente del Consorzio cooperative costruttori. Per tutti loro, la scorsa settimana, è giunto l’avviso di fine indagine. Al 2012 i prossimi sviluppi.

COLPI DELLA CRISI. Un anno, quello che sta per volgere al termine, che ha visto al centro la crisi, sotto i cui contraccolpi centinaia di lavoratori sono rimasti senza stipendio o in balia, nel migliore dei casi, degli ammortizzatori sociali. Aziende storiche hanno chiuso i battenti, finendo all’asta, aggiudicate al miglior acquirente: come Verlicchi e Moto Morini. Altre realtà restano in bilico, prospettando un futuro incerto davanti a loro e tenendo così in sospeso il destino dei dipendenti, come Pastificio Corticella, Bv-tech, BredaMenariniBus, La Perla, Bruno Magli, Ceramiche Richetti, Kemet Arcotronics. Solo per citarne alcune. Infine, è arrivata a poche settimane dal termine dell’anno, la notizia della prossima chiusura dell’ippodromo Arcoveggio. Un’istituzione cittadina, che non riuscendo più ad affrontare le spese, ha annunciato, tra lo sconcerto generale: ‘Il 31 dicembre ultima corsa”.

MarchtoAthens: Indignados multati a Bologna


Indignati a Palazzo


INDIGNATI. E la crisi è alla base pure delle proteste, che numerose quest’anno hanno avvolto le strade cittadine. Indignati, Draghi ribelli, Insolventi: queste le ‘insegne’ dietro cui una fiumana di gente -  per lo più giovani,  studenti, disoccupati, precari– si è riversata nelle piazze, a volte con violenza,  altre solo con la forza dell’indignazione, ad urlare il proprio dissenso verso le strategie delle banche, le manovre di governo, le dinamiche del potere. Dalle manifestazioni itineranti si è poi passati alle occupazioni: la folla ha invaso aule universitarie, l’ex Mercato di mezzo, il cinema Arcobaleno. Fino ad arrivare a piantare le tende sotto la centralissima fontana del Nettuno. Davanti al capolavoro del Gianbologna, si sono dati appuntamento Indignados provenienti da mezza Europa e in marcia verso Atene.

12 ottobre 2011: "Indignados" in piazza Cavour, scontri con polizia


Indignati, cortei 11/11/11

ADDIO A PIZZI, CELLI E BOVICELLI. Infine il 2011 ha detto addio a tre bolognesi - chi di nascita, chi d’adozione -che hanno lasciato una forte impronta nella città e nel Paese. Tre professionisti apprezzati, che hanno fatto un po’ la storia nelle rispettive professioni. Sono Nilla Pizzi, originaria di Sant’Agata Bolognese, voce indimenticata nel panorama della musica nazionale e non solo, scomparsa  a 91 anni lo scorso marzo.
Tre mesi dopo si è spento Giorgio Celli, il noto entomologo diventato famoso in Tv. E’ spirato all’età di 76 anni all'ospedale Sant'Orsola, dove era ricoverato da tempo.
Appena qualche giorno fa l’addio al professor Luciano Bovicelli, “Uno scienziato amico della vita… ginecologo dei vip, ma anche di ogni donna”, così è stato ricordato da monsignor Ernesto Vecchi durante le esequie, in una chiesa gremita di gente.
 

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