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Cronaca

"Una e indivisibile nata dalla Resistenza", al via la petizione contro l'autonomia dell'Emilia-Romagna

Il Comitato contrario alla proposta avanzata dalla Regione chiede che l'Assemblea Legislativa ritiri la risoluzione

Una petizione di iniziativa popolare contro la richiesta di autonomia differenziata avanzata dalla Regione Emilia-Romagna, il cui lancio arriva non a caso in occasione del 76° anniversario della Liberazione, in nome della Resistenza e dell'Unità nazionale. 

Si tratta di una raccolta firme, intanto online, e poi quando sarà possibile anche sul campo, per chiedere  – come spiegato dal Comitato regionale Emilia-Romagna no autonomia differenziata in video conferenza stampa –, che il processo di autonomia avanzato dalla Regione venga stoppato perché porterebbe alla creazione di un'Italia formata da 20 "repubblichette", dove le diseguaglianze tra regioni aumenterebbero.

Il fine di questa petizione è da un lato portare a conoscenza dell'opinione pubblica la questione dell'autonomia, secondo i promotori volutamente sottaciuta, e dall'altro difendere il diritto di ogni cittadino, da nord a sud, di avere lo stesso accesso alle materie al centro della richiesta di autonomia come sanità, scuola, infrastrutture, cultura. Si chiede pertanto all'Assemblea Legislativa il ritiro della risoluzione.

"La Regione Emilia-Romagna – dice Antonio Madera del comitato per il no all'autonomia – notoriamente non è a trazione leghista. Eppure la proposta sostenuta dal presidente Bonaccini non è meno grave di quelle avanzate dagli amministratori veneti e lombardi. Aspettiamo disposizioni più precise, ma siamo pronti a scendere in piazza coi banchetti, per informare la popolazione emiliano-romagnola su quanto si sta preparando in Regione in tema di autonomia".

"Intanto vogliamo che con questa petizione – afferma Maria Longo del comitato – si attivi un dibattito per un'adeguata informazione della cittadinanza perché questo percorso di autonomia differenziata può portare alla disgregazione dello stato unitario e alla formazione di diversi sistemi legislativi del tutto dissociati tra loro. Cosa che – prosegue – i porta con sé un pericolo: incide negativamente sulla tutela e sulla garanzia dei diritti fondamentali e assolutamente irrinunciabili dei cittadini perché viene pretesa autonomia differenzia si temi come salute, scuola, porti, aeroporti, beni e attività culturali ovvero materie nodali che non possono essere sottratte alla potestà legislativa dello Stato".

"Chiedendo maggiore autonomia differenziata – conclude Longo – si chiede di fare questo ma lo Stato è l'unico a poter garantire uniformità di trattamento, l'unico a poter rimuovere gli ostacoli e le disuguaglianze, come recita l'articolo 3 della Costituzione, cosa che non spetta certo alle Regioni, anzi, portare avanti le autonomie significa paradossalmente proprio garantire disuguaglianze sul territorio, come l'emergenza sanitaria ci ha mostrato finora. Il disastro a cui assistiamo quotidianamente sulla salute infatti si creerebbe su tutte le altre materie come scuola, formazione, cultura". 

La petizione 

La petizione può essere firmata dai maggiorenni con diritto di voto in Emilia-Romagna su questo modulo online. "Con la presente Petizione – si legge – chiediamo all’Assemblea legislativa regionale, e quindi ai nostri rappresentanti sul territorio, un segnale forte di mutamento di ottica e inversione di tendenza: chiediamo di ritirare la richiesta di maggiore autonomia legislativa così riconoscendo l'imprescindibilità dell'intervento statale in concorrenza".

"Un atto politico forte – continua il Comitato – di discontinuità della nostra Assemblea Regionale, di significato nazionale, che prenda atto che Covid-19 ha dimostrato come sia dannoso l’impianto politico e tecnico delle richieste di autonomia differenziata, come sia necessario il ritiro del 'DdL Boccia' e sottolinei l’esigenza di una moratoria politica sul 3° comma art. 116 e che, l’eventuale confronto auspicato, questa volta unilateralmente dal Presidente della Giunta dell’Emilia Romagna, sull’insieme del Titolo V avvenga con la partecipazione dell’Assemblea Legislativa".

Il comitato, come spiegato da diversi componenti, chiede anche una posizione da parte dei candidati sindaci alle primarie di Bologna: "Nessun candidato sindaco può evadere la domanda sulla sua posizione riguardo all'autonomia differenziata". Le varie anime che lo compongono, da Rifondazione Comunista al Sindacato Sgb, sono tutte d'accordo su una cosa: assegnare un'ulteriore autonomia alle regioni significa rompere quel meccanismo solidaristico che, dalla Resistenza in poi, ha permesso al Paese di crescere, insieme. "Il non detto di queste autonomie differenziate – afferma Stefano Lugli di Rifondazione – è l'intenzione di sganciare le regioni del nord rispetto al resto del paese, ma è illusorio pensare che si possa vivere a velocità diverse perché, come la pandemia ci sta dimostrando, questo penalizza l'intero sistema paese".

L'evento

Il comitato del No ha scelto il 25 aprile come data simbolica per lanciare la sua battaglia contro l'autonomia differenziata. Così, quel giorno sulla pagina Facebook del comitato si potranno seguire diverse dirette da tutti i capoluoghi: dalle 16 verranno dibattuti i singoli punti su cui le Regioni chiedono più autonomia di gestione come sanità, scuola, beni culturali e Protezione civile.

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