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Chi sono i no-green pass scesi in piazza: "Non solo no-vax. Dopo due anni c'è chi non ne può più"

Sabato ci sono state proteste in tutta Italia, così come in Francia. Perché i manifestanti sono contro l'obbligatorietà del certificato vaccinale? "Ci sono ragioni di privacy, ma anche imprenditori che si sentono di serie b"

In migliaia nelle piazze di tutta Italia per dire "No Green Pass". Bologna non è stata da meno e sabato pomeriggio (24 luglio ndr) erano oltre un migliaio le persone che si sono presentate puntuali all'appuntamento fissato in rete e con il passaparola. Fra le bandiere tricolore non sono mancati riferimenti a una "dittatura" con tanto di foto di Hitler. Estremisti e moderati, chi sono i manifestanti?

Massimo Masi, agente immobiliare di professione e anche dj tra i fondatori del gruppo "Polvere di Stelle - La Bologna degli anni 70/80/90" è fra le persone che con i manifestanti è d'accordo su alcuni punti e interagisce nei gruppi social che sostengono che il green pass sia un errore. E sono proprio alcuni gruppi Facebook e Telegram che hanno veicolato il tam-tam per la mobilitazione di sabato 24 luglio a Bologna, che avrebbe raccolto un migliaio di persone contrarie al decreto sul certificato vaccinale: "In Piazza Maggiore eravamo molti più di mille e lo stesso è accaduto nel resto di Italia, da Aosta a Cagliari, passando per Roma, Milano, Genova e Lecce. Queste manifestazioni derivano da alcuni gruppi di organizzatori che guardando alla Francia e si oppongono a regole inique e ingiuste. Le persone dopo due anni come quelli trascorsi sono stufe, soprattutto se decisioni come il decreto green pass hanno delle ripercussioni su alcune attività lavorative che evidentemente vengono considerate molto meno di altre, al contrario difese e tutelate". 

E' il caso del mondo dello spettacolo e delle discoteche? Il suo coinvolgimento in questo caso è diretto?

"Ho visto stadi pieni e spettatori appiccicati gli uni agli altri, anche in contesti con allarme focolai e nello stesso tempo locali all'aperto tenuti chiusi. Ci si chiede perchè non possa essere sufficiente garantire le attività solo a discoteche con aree esterne, ingressi contingentati e garanzia di punire chi trasgredisce. Perchè bisogna dirlo che poi nessuno controlla. Questo è il vero problema. Chi di mestiere si è sempre occupato di quelli che adesso sono definiti assembramenti, sa bene quante contraddizioni siano passate da questo anno e mezzo di pandemia". 

Chi sono le persone che hanno partecipato alle manifestazioni di sabato? 

"La domanda vera è se tutti i manifestanti che abbiamo visto sfilare nelle piazze italiane siano no-vax? Certamente no, anche se ce ne sono. Ci saranno anche dei vaccinati, perchè no?. Le mobilitazioni sono state organizzate sui social e hanno raccolto un target trasversale che condivide molti punti o solo pochi. Sono come me persone che pensano che l'obbligo del green pass leda la privacy e che sia un po' come essere geolocalizzati sempre. Tu sei vaccinato e lui no? No, per me non può essere così. Personalmente posso non essere un no-vax eppure pensare che di fronte al covid la strada possa essere diversa rispetto all'obbligo di vaccinarsi". 

C'è la convinzione che queste azioni possano arrivare a un risultato politico? 

"Sì. Si guarda alla Francia e anche ad altri paesi europei confidando che si possa arrivare a bloccare l'obbligatorietà. Come dicevo prima, dopo due anni c'è un po' di insofferenza e rischiamo di scoppiare". 

Foto di Francesco Rocca 

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