'Non perderti in un bicchiere': la campagna contro l'abuso di alcol fa tappa al Malpighi
Emanuele Scafato dell’Istituto superiore di sanità ha tenuto una "lezione" ai ragazzi sui i rischi legati all'abuso di alcol: 'A quell'età i ragazzi sono superuomini, i numeri degli incidenti stradali interessano poco. Quello di cui hanno davvero paura è di rimanere esclusi e isolati dal gruppo'
‘Non perderti in un bicchiere’ è la campagna che il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità lanciano ogni anno per prevenire il consumo di alcol da parte di giovani e giovanissimi e che ha fatto tappa anche al liceo Malpighi di Bologna.
Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol del Cneps (Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute) dell’Istituto superiore di sanità ha tenuto una "lezione" di due ore raccontando ai ragazzi quali sono i rischi legati all’abuso di alcol, che per gli adolescenti sono prima di tutto danni alla salute: ha mostrato a 200 adolescenti le immagini di un cervello danneggiato dall’alcol, ma anche quelle dove star hollywoodiane o cantanti famosi sono stati immortalati sfatti e rovinati da alcol e droghe. Non sono mancate, poi, foto di ragazzini come loro, messi in croce e ridicolizzati su Facebook perchè avevano fatto cose strane sotto l’effetto dell’alcol. “A quell’età i ragazzi sono superuomini, non hanno paura di niente, i numeri degli incidenti stradali interessano poco. Quello di cui hanno davvero paura è di rimanere esclusi e isolati dal gruppo”.
Il fisico di un adolescente, ha spiegato Scafato, fino ai 18-20 anni non è in grado di metabolizzare l’alcol in maniera efficiente. Altro dato ‘pesante’ su cui si è posto l’accento è quello che vede l’alcol legato a molti più tumori di quanti comunemente si crede: “Anche il cancro alla mammella lo è, e si stanno registrando tanti casi di lesioni precancerose tra ragazzine”, e poi ha messo in guardia con ironia “non guidate ubriachi con la macchina del papà perchè ve la confiscano, se salite su un’auto dove chi guida è ubriaco prendete le chiavi e buttatele nel fiume, è la cosa migliore che potete fare perchè gli salvate la vita".
Un accenno anche alle "calorie" poichè bere un bicchiere di vino o birra al giorno equivale a mangiarsi in un mese 184 pacchetti di patatine. E bere un paio di bicchieri di vino significa ingurgitarsi nove zollette di zucchero. Tra una nozione e l’altra, poi, c’è stato spazio anche per qualche prova pratica: alcuni tra i ragazzi hanno infatti indossato degli occhiali speciali, capaci di distorcere la vista e disorientare chi li porta, riproducendo gli effetti che l’alcol ha sulla vista e sui movimenti. I volontari che li hanno provati, mentre camminavano davano palesemente le ‘onde’.
Dunque gli effetti dell’alcol non sono a basso rischio, come invece sono percepiti. L’alcol è la prima causa di morte tra i giovani, lo era 20 anni fa e lo è ancora oggi, giorno in cui cade il ventennale della Carta europea sull’alcol, che poneva al centro l’attenzione sui giovani”, spiega. Per Scafato ci sono aspetti che andrebbero migliorati: “Non c’è un numero adeguato di controlli su vendita e somministrazione di bevande alcoliche ai ragazzi, nei locali pubblici: un ragazzo su tre dichiara di non aver nessuna difficoltà a comprare l’alcol”. E poi c’è il piano dell’educazione. “Il 17% delle intossicazioni tra i giovani sono al di sotto dei 14 anni e questo è un dato che anche i genitori devono conoscere. Se non c’è la famiglia, insieme alla scuola, a rafforzare i messaggi con l’esempio e l’informazione, non si potrà mai incrementare la conoscenza di un fattore di rischio che può essere combattuto, se interpretato alla luce delle evidenze scientifiche e dei consigli che diamo ai giovani”. (agenzia dire)