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Cronaca

Sciopero 'essenziale' delle donne l'8 marzo: "Con la pandemia farsi sentire è ancora più urgente"

Le donne Non Una Di Meno-Bologna insieme a ragazze di altri Paesi annunciano uno sciopero che parla 17 lingue almeno: "Le condizioni legate alla pandemia ci hanno fatto capire che non potevamo restare in silenzio. Unite per rendere le lotte di ogni giorno visibili"

Un 8 marzo che parla 17 lingue, così come dimostrano Kalina Drenska (collettivo LevFem Bulgaria) e Sopo Japaridze (sindacato Solidarity Network, Georgia), ospiti di una diretta organizzata da Non Una Di Meno-Bologna per mettere in connessione le lotte delle donne, ancora più aspre in tempo di pandemia, di ogni luogo e raccontare il manifesto dello Sciopero essenziale lanciato dal network EAST (acronimo di Essential Autonomous Struggles Transnational) per la prossima giornata dedicata alla donna.  

Uno sciopero proprio adesso: "Far sentire la nostra voce è ancora più urgente"

Uno ‘Sciopero essenziale’ lanciato da una realtà nata la primavera scorsa per mettere in relazione le lotte di donne, migranti, persone Lgbt*qia+, lavoratrici e lavoratori che dall'Europa orientale e occidentale nel corso della pandemia si sono ribellate contro la violenza e il razzismo e contro le condizioni di vita e lavoro imposte a chi svolge lavori considerati essenziali: "Cogliamo l'occasione per farci sentire e anche se farlo adesso non è facile - spiegano da Non Una Di Meno-Bologna - ma è proprio quando il ricatto diventa ancora più forte che c'è urgenza. E noi rovesciamo proprio il concetto dell'essenziale". Il riferimento è quello alle condizioni di vita e al lavoro imposti a chi svolge, in cambio di un salario o gratuitamente, lavori considerati 'essenziali'.

Lavori sottopagati e violenze quotidiane

"Facciamo un lavoro essenziale, eppure ci troviamo in condizioni miserabili: il nostro lavoro è sottopagato e sottovalutato; siamo sovraccariche di lavoro o senza lavoro; siamo costrette a vivere in luoghi sovraffollati e a rinnovare continuamente i nostri permessi di soggiorno. Affrontiamo una lotta quotidiana contro la violenza maschile, a casa e sul posto di lavoro. Siamo stufe di queste condizioni di violenza e sfruttamento e ci rifiutiamo di rimanere in silenzio. Con il nostro sciopero essenziale vogliamo dimostrare che le nostre vite e le nostre lotte sono essenziali" 

Come spiega Kalina "Questo processo di organizzazione è cominciato nel giugno del 2020 e inizialmente erano semplici momenti di incontro e di discussione che non pensavamo sarebbero diventati tanto grandi. Le condizioni nuove legate alla pandemia ci hanno fatto capire che non potevamo restare in silenzio e ci siamo unite per rendere le lotte di ogni giorno visibili". 

Un manifesto tradotto in 17 lingue

Il Manifesto dello Sciopero Essenziale è stato tradotto in 17 lingue (fra cui anche Curdo e la lingua Ceca) e ha raccolto decine di firme di collettivi, sindacati, centri antiviolenza, dalla Turchia all'Ungheria, dalla Polonia alla Romania. Lo sciopero femminista e transfemminista si muove attraverso i confini e vive nelle lotte Per restituire la forza transnazionale di questo movimento nel percorso di costruzione dell'8 marzo, vi invitiamo a discuterne insieme a due attiviste di EAST e della piattaforma dello Sciopero Sociale Transnazionale: Kalina Drenska, del collettivo LevFem (Bulgaria) e Sopo Japaridze, del sindacato Solidarity Network (Georgia).

"Mai come in questo momento è necessario prendere parola collettivamente e dare voce a tutte le donne che lottano quotidianamente contro i durissimi effetti di questa crisi. La gestione della pandemia ha stravolto le nostre vite, ha prodotto un’intensificazione della violenza contro le donne, omolesbobitransfobica e razzista in tutte le sue forme, ha aumentato il nostro sfruttamento fuori e dentro casa, ci ha costrette alla povertà e all’isolamento e posto di fronte al ricatto tra salute e lavoro". 

"Il Recovery Plan non mette in discussione il sistema patriarcale e razzista"

"La ricostruzione che si prospetta dalle linee guida del Recovery Plan, tanto a livello nazionale quanto europeo, non mette in discussione l’organizzazione patriarcale e razzista su cui si regge la nostra società. A chi presenta queste misure come una questione di scelte tecniche, noi opponiamo un piano femminista di trasformazione sociale: reddito di autodeterminazione, salario minimo europeo, welfare universale e non familistico, permesso di soggiorno europeo non condizionato al lavoro e alla famiglia, diritto alla salute e all’autodeterminazione per tuttx.
In connessione con le lotte femministe e transfemministe in tutto il mondo, vogliamo ribadire che proprio perché il nostro lavoro e la nostra vita sono essenziali per la produzione e riproduzione di questa società, è ancora più vero che se ci fermiamo noi si ferma il mondo. Essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!" concludono le donne di Non Una di Meno. 

Domenica in Piazza dell'Unità

Domenica 21 febbraio appuntamento alle 14.30 in piazza dell'Unità per organizzare l'8 marzo, naturalmente nel rispetto delle norme anti-Covid. 

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