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Occupazioni: residenti al fianco della Vivaia, ora la palla passa al Comune | VIDEO

Alcuni residenti del quartiere Porto-Saragozza si schierano contro lo sgombero dell'occupazione dell'ex vivaio. Proprietà disponibile al dialogo, ma il Comune prende tempo

C’è chi passa sulla pista ciclabile a spasso con il cane, chi in bicicletta e chi a piedi. Qualcuno si ferma a guardare, altri scambiano due battute con gli occupanti. Finora di problemi non ce ne sono stati e anzi, a difesa della Vivaia TFQ, è nato anche un comitato di quartiere. L’occupazione, nata lo scorso 8 aprile, ha preso possesso di uno stabile di proprietà di un’impresa edile che, al posto dell’area dell’ex vivaio Gabrielli, dovrebbe costruire degli alloggi da affittare ai turisti e forse anche un parcheggio. I lavori, secondo quanto si legge nell’ordinanza comunale, sono previsti per l’aprile del 2025, momento in cui l’area dovrebbe tornare nelle mani del Comune di Bologna. Fino a quella data, il nulla.

Un comitato in difesa

Per questo, un gruppo di residenti del quartiere Porto-Saragozza ha dato vita al comitato in difesa dell’occupazione: “La Vivaia è un posto accogliente e dove c’è sempre qualcuno con un sorriso ad aprire i cancelli – dice Silvia Storelli, una delle portavoce che la mattina di giovedì 4 maggio ha spiegato le ragioni del comitato ai giornalisti presenti alla conferenza stampa –. A farmi conoscere questo posto è stata mia figlia ventenne: ho seguito il suo consiglio, sono venuta qui e ho trovato un’esperienza di grande valore per un quartiere che non offre molte possibilità. Allora ci siamo organizzati con altri residenti e abbiamo deciso di creare prima un comitato di quartiere e poi una raccolta firme per salvare la Vivaia dallo sgombero”.

Infatti, il comitato sta giocando un ruolo chiave nella mediazione tra la proprietà e l’amministrazione: “La proprietà non si è detta contraria, ma aspetta un passo del Comune. Che per ora non è arrivato” dice Mirko Nonnato, altro membro del comitato. L’area, come detto, aspetta che partano i lavori per la sua trasformazione. Ma fino a quel momento, rimarrebbe deserta: “E allora, perché non distinguere tra esperienze costruttive e distruttive? – continua Nonnato –. Le esperienze non sono tutte uguali. Sicuramente, come residenti preferiamo un posto vivo, che fa cultura e che crea inclusione, invece di un parcheggio”.

In attesa delle mosse del Comune 

Ora la palla passa all’amministrazione: da un lato, come riportano i membri del comitato, un’apertura al dialogo da parte della proprietà c’è. Dall’altra, il Comune e il Quartiere che ancora non hanno chiarito la loro posizione. Nel mezzo, la Vivaia: una realtà che sopravvive, nonostante tutto.

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