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Cronaca Castello di Serravalle

Omicidio Balboni, l'assessore: "Ragazzi seguiti dal progetto educativo di strada"

Castello di Serravalle, parla l'assessore Fabio Dardi: "Voci sul parco, ma il presidio delle Forze dell'Ordine è costante. Non solo. Abbiamo al lavoro anche gli educatori di strada"

L'omicidio del 16enne Giuseppe Balboni ha sconvolto un po' tutti in paese. E non solo a Castello di Serravalle. Le voci dei cittadini interpellati per commentare la tragica morte del ragazzo scomparso lo scorso 17 settembre e ritrovato senza vita, ucciso per mano del coetaneo reo confesso, parlano di "giri"strani («Si sa di questi 'giri,' ma nessuno fa nulla») e l'ex insegnante dei due ragazzi fa riferimento a "segnali" che vanno colti

Al centro dei commenti un giardinetto ritrovo di molti e frequentato anche da Giuseppe e dai suoi amici, probabilmente luogo in cui si verificavano anche scambi e consumo di sostanze stupefacenti (sul movente ci sono voci su piccoli debiti): «Quel parchetto è un punto di aggregazione noto - Fabio Dardi, assessore alle infrastrutture, all'ambiente e alle manutenzione del comune bolognese di Castello di Serravalle - visto che vi si affacciano varie realtà fra cui anche una scuola di musica. Non è un luogo emarginato e non è una zona d'ombra, anzi, è presidiato con costanza dalle Forze dell'Ordine. Ma come sappiamo tutto è permeabile e tutti, visto che siamo una piccola comunità, dobbiamo comunicare eventuali segnali preoccupanti». 

«Per quanto riguarda l'attenzione sui nostri ragazzi posso dire che preziosa l'attività dei nostri educatori di strada - continua Dardi - sono bravissimi e il loro compito è proprio quello di individuare il malessere. Il progetto del Comune in questo senso esiste, ma temo che le influenze negative arrivino da più fronti: non escludo neppure l'emulazione nei confronti di serie e film dove la violenza sembra un gioco. Personalmente sono contrario alla liberalizzazione delle armi, il modello americano non è certo esemplare». 

Le indagini e il movente: piccoli debiti legati a un giro di droghe leggere

Dall'autopsia effettuata sul corpo di Giuseppe Balboni è emerso "come il giovane sia stato attinto al viso da due colpi di pistola esplosi da distanza ravvicinata, che ne hanno causato la morte, pressoché immediata". Pistola, regolarmente detenuta dal padre del fermato, il quale sarà denunciato per omessa custodia, è un revolver calibro 38, carico, che i Carabinieri hanno trovato in casa e sequestrato. 

Il movente. Non è ancora chiaro cosa abbia scatenato questa tragedia: c'erano screzi così come un piccolo debito di denaro. Sullo sfondo, ma non ancora suffragato da evidenze concrete, le voci che raccontano di piccolo consumo di droghe leggere. Tutto ancora da chiarire, così ancora come è da chiarire cosa abbia fatto alzare la tensione tra vittima e carnefice, fino al tragico epilogo.

La prima testimonianza: "Lo avevo incrociato, ci siamo salutati" 

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