Molinella, omicidio Azzolini: condannata a 30 anni la collega. Movente, l'avidità

Condannata a 30 anni di reclusione la fiscalista accusata di concorso nell'omicidio di Silvano Azzolini, il consulente finanziario - originario di San Felice sul Panaro e residente a Selva Malvezzi di Molinella - con cui la donna divideva l'ufficio.

Il 69enne di Molinella venne rapito nel giugno 2009 e poi ucciso a percosse sull'Appennino forlivese, dove era stato recluso dai sequestratori per farsi indicare il luogo in cui era custodito un 'tesoretto', in realtà inesistente.

Condanna all'ergastolo, invece per un moldavo, onsiderato partecipe "all'azione materiale dell'uccisione di Azzolini". L'uomo è latitante, su di lui pende un mandato di cattura internazionale.

A deciderlo è stata la Corte di Assise di Bologna, che ha accolto in pieno le richieste del Procuratore aggiunto Valter Giovannini. La fiscalista - come aveva chiesto l'accusa - è stata condannata con la stessa formula con cui il Gup aveva già condannato in abbreviato Flavio Dell'Erba, amministratore di una ditta di pulizie e manutenzione, legato sentimentalmente alla donna: omicidio, non come dolo diretto, ma come morte conseguenza del sequestro.

L'"avidità" sarebbe stato il movente, secondo qanto sostenuto da Giovannini. Il Procuratore aggiunto aveva considerato attendibili le dichiarazioni di Giuseppe Corcione, piccolo imprenditore edile, e di un moldavo, pure loro condannati in abbreviato e che avevano chiamato in causa la fiscalista.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, i balordi che sequestrarono e uccisero Azzolini volevano sapere l'indirizzo di un fantomatico appartamento in Olanda dove trafficanti internazionali dovevano aver nascosto 10 milioni in contanti e 10 kg di cocaina. Dell'appartamento aveva raccontato lo stesso Azzolini, dicendo di averlo saputo da una donna brasiliana con cui aveva una relazione.