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Terzo settore, lavoro duro e gratificante: "C'è poco da festeggiare e ancora molto da fare"

INTERVISTA E' il Primo Maggio e si parla di lavoro e lavoratori. Luciano Serio opera nel settore sociosanitario: "Non potrei lavorare senza autonomia e senza essere ascoltato dagli altri"

Luciano Serio è l'uomo che nella foto, di spalle, abbraccia una bambina ucraina guardando fuori dalla finestra, con lo sguardo orientato verso un orizzonte più roseo. Il suo lavoro ha a che fare con le fragilità e spesso viene messo in secondo piano anche se chi lo svolge come lui, sa bene quanto conti e quali competenze implichi: "Sembrano professioni secondarie le nostre, ma non lo sono affatto. Il settore sociosanitario è prioritario: lo si dice, ma poi capita che non lo si consideri affatto così. Oggi è il 1°maggio e io e i miei colleghi, che siamo una squadra, abbiamo fatto alcune riflessioni su quello che facciamo ogni giorno e su comelo facciamo. Sui nostri diritti e responsabilità". Un piccolo spaccato che ritrae, in questa Festa del Lavoro", una delle tante professioni preziose e una delle importanti figure a cui vengono affidate le persone che amiamo. Che non è poco. 

Oggi è il Primo Maggio: quali diritti sul lavoro non potrebbe rinunciare? "Non potrei rinunciare al poter esprimere il mio pensiero e la mia opinione, liberamente e certo di essere seriamente ascoltato; di poter sognare e poter contribuire a dare vita ed inventare soluzioni nuove a problemi sempre più complessi; di poter essere riconosciuto dal punto di vista economico. Ma non rinuncerei mai anche ad un certo grado di autonomia (e quindi di responsabilità) soprattutto in termini di possibilità di pensare, immaginare, contribuire anche a livello di riflessioni sullo sviluppo dei progetti che seguo e seguirò. Non potrei poi fare a meno della sensazione di un ambiente sicuro, che coltiva confronto e condivisione tra i colleghi senza paura del conflitto che fa crescere se abbinato al senso di responsabilità e di tenere insieme sostenibilità economica e qualità dei servizi sempre, senza rischiare di sbilanciare il peso dalla parte prevalentemente se non esclusivamente economica".  

Scambierebbe il suo lavoro con un altro? Quale?  "Sì, cambierei lavoro se mi accorgessi che quello che sto facendo non rappresenta più la mia idealità e che non mi rende più libero. Farei qualsiasi cosa purchè essa mi renda libero. Farei il giornalista di inchiesta perché vorrei avere la possibilità di scoprire un' altra verità; la libera professione per avere autonomia di azione e pensiero maggiore, essendo consapevole anche delle responsabilità che questo comporta e i possibili rischi economici a cui ci si espone. Lavorerei la terra come contributo al futuro, all'ambiente e per continuare a coltivare un 'fate'...umile ed educativo".  

Luciano "Lucio" Serio è coordinatore responsabile di Società Dolce e opera per il settore "Fragilità". 


 

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