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Cronaca

Liberalizzazioni orari discoteche, il Comune non può più lavarsene le mani: 'Decisione immediata'

A imporre di "pronunciarsi sollecitamente" è il Tar, accogliendo il ricorso presentato dal sindacato dei locali da ballo, che lamenta come le disco debbano rispettare orari prestabiliti, mentre altri locali notturni restano aperti 24 ore su 24

Il Comune deve prendere una decisione sulla liberalizzazione degli orari per le discoteche. A imporre di "pronunciarsi sollecitamente" è il Tar di Bologna che ha accolto il ricorso presentato dal Silb-Fipe, il sindacato dei locali da ballo, e altri quattro gestori di locali notturni. La ''disputa'' è nata nel 2011, con le liberalizzazioni introdotte per il commercio, perchè, spiega il segretario del Silb Oliviero Giovetti, "le discoteche, per ordinanza comunale, devono chiudere alle 3 nei giorni feriali e alle 4 il sabato". Ma una volta arrivate le liberalizzazioni, "capita che i nostri clienti si riversino in bar o altri locali che ora possono stare aperti 24 ore su 24 e magari non hanno le licenze per far ballare, ma lo fanno abusivamente", spiega Giovetti.

Il Comune pero', lamenta il Silb, non ha mai risposto alla richiesta delle discoteche di aggiornare la normativa e così, a ottobre, il sindacato ha deciso di ricorrere al Tar. Che ha dato torto all'amministrazione di Virginio Merola pronunciandosi tre giorni fa. Davanti al Tribunale amministrativo il Comune si è difeso dicendo che non c''è "alcun obbligo" di rispondere, anche perchè i ricorrenti conoscono bene la posizione di Palazzo d'Accursio, che ritiene inapplicabile il regime di liberalizzazione alle discoteche. Il Tar pero' la pensa diversamente e scrive nella sentenza che il Comune ha l'obbligo di rispondere alle istanze dei ricorrenti, "non potendosi, all'evidenza, ritenere assolto tale obbligo giuridico" con incontri piu' o meno formali.

Quanto pero' all'applicazione delle liberalizzazioni sugli orari delle discoteche, il Tar è convinto che il Comune abbia potere discrezionale. Ma viene dichiarato "illegittimo il silenzio serbato dal Comune di Bologna sulle istanze dei ricorrenti, con conseguente obbligo per il Comune di pronunciarsi sollecitamente" sulla questione posta dai ricorrenti.

(agenzia Dire)

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