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Traffico d'oro nei trolley: ecco come operava la banda della moda| VIDEO

Il Procuratore di Bologna Giuseppe Amato spiega i dettagli dell'operazione della Guardia di Finanza 'Pietra filosofale'

Settanta kg di oro, di un valore di 2,5 milioni di euro, 1 milione e mezzo di euro in contanti e un sequestro preventivo pari a 7,4 milioni di euro tra beni e disponibilità finanziarie degli indagati e delle società. 

Sono questi i numeri dell'operazione 'Pietra filosofale' della Guardia di Finanza, che ha portato all'arresto di dieci persone tra Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo e Basilicata. 

Il capobanda, un cinquantenne turco, viaggiava per l'Europa con l'oro nel trolley per ripulire soldi fatti in "nero" da imprenditori cinesi della moda a Prato. Facendo scalo per lo più al Marconi di Bologna, ma passando anche per altri aeroporti italiani, come Fiumicino e Pisa.

Raggiungeva la Toscana per raccogliere il denaro, poi acquistava oro da compiacenti imprenditori dell'aretino. I lingotti venivano quindi trasferiti all'estero: Turchia ma anche Grecia e Francia, nascosti nella stiva di aerei di linea. L'oro veniva poi rivenduto nei mercati ufficiali e attraverso una complessa trama di bonifici estero su estero finiva su conti dei committenti cinesi.

L'indagine della Guardia di Finanza di Bologna è partita nel 2015 da una segnalazione arrivata dalla Turchia. Quando a Istanbul era appena atterrato A.S.T, cittadino turco classe 1968, trovato in possesso di vari lingotti d'oro. Da allora il faccendiere è stato sottoposto a ripetuti controlli e diversi sequestri, ma ha continuato imperterrito a portare oro fuori dall'Italia, facendo diversi viaggi al mese.

La banda criminale era composta da 29 soggetti di diverse nazionalità: italiani, turchi, cinesi e rumeni.

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