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Cronaca Porretta Terme

Ospedale Porretta chiusura del Punto nascita: 'In atto campagna di delegittimazione'

Cos' denuncia il consigliere regionale Favia: "Decisione presa dall'alto per motivi economici", dopo la discussione sullo stop al reparto di ostetricia che il direttore alla sanità regionale dice necessario per "problemi di sicurezza e sostenibilità"

Dopo le mobilitazioni (video) dei cittadini e le proposte di salvataggio per scongiurare il rischio di chiusura del Punto nascite dell'ospedale di Porretta Terme, arriva la denuncia del consigliere regionale indipendente Giovanni Favia (gruppo misto), secondo cui ci sarebbe in atto una vera e propria campagna di delegittimazione del reparto per favorirne la dismissione.

"Sull'affidabilità e l'efficienza del punto nascita dell'ospedale di Porretta Terme è in atto una scandalosa campagna di delegittimazione. Solo in questo modo la giunta può legittimare la decisione di chiudere la struttura, non ammettendo che le ragioni sono esclusivamente di natura economica".  Così Giovanni Favia, non si risparmia sul tema, che ieri è stato al centro di un'audizione dei sindaci del Distretto dell'Alto Reno all'interno della commissione Politiche per la salute e sociali della Regione.
"Nonostante le ampie rassicurazioni del presidente Errani che in campagna elettorale prometteva investimenti sull'ospedale di Porretta, oggi abbiamo avuto la conferma che il punto nascita verrà chiuso - spiega Favia -. Si tratta di una decisione presa dall'alto, che si basa esclusivamente su una valutazione di tipo economico e non sulle reali esigenze del territorio. D'altronde la strategia portata avanti fino a questo momento è chiara: si disincentivano le famiglie ad affidarsi al punto nascita sostenendo la non sicurezza della struttura e favorendo il trasferimento a Bologna. Solo in questo modo si possono creare le condizioni per legittimare la chiusura del reparto".
"La sostenibilità tecnico-scientifica, la sicurezza e l'affidabilità del punto nascita - ha incalzato Favia - è testimoniata dalla mancanza di errori e dal buon livello di garanzie e assistenza alle partorienti registrate in questi anni, come ha ben testimoniato oggi in commissione il dottor Marcacci, primario del reparto fino al 2005.".

Sul versante opposto, invece si parla di "problemi di sicurezza", il reparto non raggiungerebbe i 500 parti all’anno stabiliti a livello nazionale e internazionale dall’Oms, e di sostenibilità. Problema, quest’ultimo, che imporrebbe "scelte finalizzate a salvaguardare soprattutto il quadro generale dei servizi resi al territorio”. Così il direttore generale della sanità regionale, Tiziano Carradori, al termine dell’audizione convocata dalla commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Monica Donini, con i sindaci dei Comuni del distretto di Porretta Terme (Bo) in merito al superamento dell'attuale Punto nascite di Ostetricia dell'ospedale di Porretta. A questo riguardo, Carradori parla “di risorse sostanzialmente in calo rispetto agli anni precedenti", riduzioni "che minano la sostenibilità del sistema. A questo, si aggiunge la  decisione presa a livello nazionale (Conferenza Stato-Regioni) di tagliare 2.700 posti letto”.

Per il sindaco di Porretta, Gherardo Nesti, “la Regione deve decidere cosa vuole fare del nostro territorio e, in particolare, dell’Ospedale. Ostetricia è per noi al primo punto, ma la preoccupazione maggiore è che ci sono segnali che ci fanno pensare ad una ridimensionamento della struttura”. Il primo cittadino di Vergato, Sandra Focci (presidente del Distretto sanitario), ha parlato invece di riorganizzazione generale del distretto: “Nessuno di noi è contento di vedere chiudere dei servizi, ma occorre guardare all’interno di una logica di responsabilità e fare in modo che il sistema, le priorità e le esigenze del territorio, tenga in maniera complessiva”. Il vice sindaco di Lizzano in Belvedere, Sergio Polmonari, ha evidenziato le problematiche delle zone di montagna, sottolineando in particolare “la povertà dei diritti nelle zone periferiche a vantaggio dei grandi centri”. Per il sindaco di Marzabotto, Romano Franchi, “dobbiamo avere una visione complessiva del territorio e trovare un equilibrio del sistema. La difesa di un servizio non deve essere a scapito di altri servizi”.

“Occorre salvaguardare il sistema– ha detto Paola Marani (Pd)-. Abbiamo un patrimonio di qualità che, in presenza di un calo delle risorse, va riorganizzato introducendo interventi di innovazione”. Per Giuseppe Paruolo (Pd), “tecnici e politici hanno il dovere di affrontare e superare la questione. Per i politici c’è anche quello di sapere affrontare il percorso doloroso del consenso”. Alberto Vecchi (Fi-Pdl) ha ricordato che “non possiamo dimenticare le problematiche e le difficoltà del territorio di montagna: le esigenze e le peculiarità della montagna e della pianura devono essere considerati in maniera diversa”. Per Sivia Noè (Udc), “alla montagna dobbiamo dare vivibilità e risposte in termini politici e solidaristici”. Galeazzo Bignami (Fi-Pdl) ha parlato di un problema strettamente bolognese: “Si vogliono tagliare i servizi alla montagna per risolvere i problemi esistenti a Bologna”.

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