rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Strada Maggiore, 45

Panebianco, avanza l'ipotesi di mettere sotto protezione il professore

Si riunirà in Prefettura il Comitato per la sicurezza, per valutata l'ipotesi di una vigilanza delle forze dell'ordine a protezione del docente di Scienze Politiche, duramente contestato dai collettivi questa settimana

Dopo i blitz di contestazione dei collettivi universitari alla Facoltà di Scienze Politiche, che hanno interrotto per due volte questa settimana le lezioni del professor Angelo Panebianco, ora si pensa di tutelare la sicurezza del professore.
Domani, infatti, si riunirà in Prefettura il Comitato per la sicurezza, per valutata l’ipotesi di una vigilanza delle forze dell’ordine a protezione del docente. Qualora il professore fosse messo sotto protezione ci sarà comunque stretto riserbo in merito, al fine di non neutralizzare la misura, come fanno sapere le forze dell'ordine.  

Intanto la Polizia avrebbe identificato alcuni partecipanti ai due blitz contro Panebianco, attraverso le foto delle proteste e la 'visita' della Digos all'università. Si tratterebbe di una dozzina di persone, tutti volti già "noti" alle forze dell'ordine.

L'ultima contestazione è avvenuta ieri. A interrompere la lezione tenuta da Panebianco è stato il collettivo Hobo. Il casus belli un editoriale del docente sula situazione politica in Medioriente dal titolo "Noi in Libia saremo mai pronti?". "E' solo l'ultimo di una serie di editoriali, ma addirittura questa volta il professore ha scritto che unificazioni politiche non si fanno col burro ma con i cannoni. Dopo l'omicidio in Egitto di Giulio Regeni la guerra tocca tutti noi, sono le nostre vita ad andarci di mezzo - così l'attacco dei militanti di Hobo - quindi siamo entrati in aula per acoltare la sua lezione sulle Teorie della Guerra e della Pace e abbiamo posto delle domande, ma Panebianco si è alterato, la lezione è stata spostata in un'altra aula ed è stata chiamata la sicurezza della facoltà". 

Il giorno prima, un'altra lezione del professore era stata interrotta, questa volta dal Collettivo Universitario Autonomo (CUA). Come a gennaio 2014, quando venne contestato da Hobo per un suo articolo sulle forme di accoglienza degli immigrati, anche lunedì scorso il casus belli è stato un editoriale del 14 febbraio scorso. Il blitz del Cua era in segno di protesta contro il professore "che si diletta a scrivere editoriali a sostegno della guerra in Libia, contro il movimento No Muos, con sfondi di terrorismo psicologico nei confronti dei migranti". ​'L'ultima vergognosa fatica di Panebianco, noto barone Unibo ed editorialista del 'Corriere della sera'' - spiegava il collettivo in una nota - in cui egli si chiede se noi italiani saremo mai pronti per affrontare la guerra in Libia". Per Cua "la verve guerrafondaia con cui il professore condisce il suo ultimo editoriale non ci stupisce: è solo l'ennesima presa di posizione reazionaria e sciovinista di un docente da sempre legato agli interessi bellici nostrani".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Panebianco, avanza l'ipotesi di mettere sotto protezione il professore

BolognaToday è in caricamento